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Durante l'odierna puntata di PL Talk, in diretta su Twitch, il giornalista Marco Marini è intervenuto per parlare di alcuni temi caldi in casa Lecce e del finale di stagione. Queste le sue parole.

Su Giampaolo

Oggi possiamo parlare soltanto di quelle che sono le nostre idee perché l'Unione Sportiva Lecce si è presa qualche giorno di pausa per poter rifiatare e riorganizzare le idee. Qualsiasi decisione sarà presa dopo un incontro. Per ora c'è stato un incontro informale ma non si è parlato di nulla, si sono soltanto salutati. 

Credo che la prossima settimana Giampaolo verrà a fare toccata e fuga a Lecce, potrà parlare con Corvino e Sticchi Damiani, ma se prima non parlano è difficile che si possa intuire qualcosa. Poi ci sono le nostre idee, quello che pensiamo noi dall'esterno.

Riflessioni anche da parte di Giampaolo

Lui dovrebbe guidare una squadra che statisticamente in Serie A vince 8-9 o 10 partite quando va bene, ne pareggia altre 10 e perde tutte le altre. E quindi deve avere addosso la pressione della piazza, la scontentezza della stampa, tifosi e di un mondo che ruota intorno al Lecce. Per fare l'allenatore del Lecce devi avere il pelo sullo stomaco ed essere più forte delle critiche e della pressione che questa piazza ti vomita addosso. 

Io non lo so che cosa farei. C'è stata una cosa che ha detto Giampaolo in conferenza stampa, ma non so se l'ho interpretata bene o male. Lui dice: “L'evoluzione di questo calcio è stato più veloce dei miei studi in questi anni in cui sono stato fermo". Questo in sintesi quello che ho capito io. Come se lui avesse fatto fatica a stargli dietro una volta preso possesso della panchina. 

Quello che da casa studiava era un passo in avanti, ma nel frattempo il calcio ne aveva fatti due. Lui ha dovuto recuperare una tipologia di calcio che quando è andato via era quella che ha tentato di riproporci quest'anno. Questo potrebbe anche essere una risposta alle nostre domande. 

I suoi errori da Parma in poi

Ciò ho pensato tantissimo. Per me due cose fondamentali: la prima è che Giampaolo si è sentito salvo ed ha pensato di poter insegnare un altro modo di giocare alla squadra, di averne il tempo e che la squadra lo potesse seguire per apprendere un'altra tipologia di gioco, quindi palla a terra, fraseggio, portare avanti il baricentro della squadra tutti insieme, creare densità nella zona offensiva del campo con più giocatori e riempire l'area di rigore. Questa cosa non è riuscita e la squadra non l'ha appresa, inoltre le sconfitte in serie hanno creato qualche problema.

Arriviamo al punto due: questa squadra, che secondo me ha sottoperformato e lo dico nonostante la salvezza, aveva non un problema tecnico o tattico, ma caratteriale. Nel senso che non ho mai visto grande unità nello spogliatoio, se non nelle ultime partite.

Tre nomi per la panchina del Lecce

Mi piacerebbe Calabro, Di Francesco, ma è stato confermato al Venezia, e Possanzini del Mantova.

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