30 milioni di spese in più tra primo e terzo anno? La risposta di SSD ad un tifoso

Il presidente del club giallorosso risponde ad un tifoso sui social
La lunghissima conferenza stampa dell'area tecnica e del presidente del Lecce calcio Sticchi Damiani ha portato a spunti interessanti e non solo. Ieri, infatti, si è parlato di argomenti molto tecnici, come ad esempio i crescenti costi di gestione del club in questi tre anni di massima serie.
I costi del Lecce calcio negli ultimi tre anni
Dopo una salvezza strappata all’ultimo respiro, a Lecce è diventato quasi un tabù parlare di “asticella”. Eppure, guardando ai numeri, quell’asticella sembra essersi davvero alzata. Lo stesso presidente ha raccontato come i costi del club siano cresciuti sensibilmente: dai 58 milioni del primo anno di Serie A fino agli 87,6 milioni dell’ultima stagione. Un dato importante. Una crescita che, però, non va di pari passo con quella dei ricavi, che sono di 55 milioni circa e che rendono necessarie le plusvalenze per la vita del club.
La domanda di un tifoso sui social…
Ovviamente, con poco tempo a disposizione è difficile spiegare argomenti tanto complessi, lasciando dei dubbi legittimi ai tifosi. Sui social, infatti, uno di questi ha posto una domanda ben precisa:
Sarebbe stato interessante capire quali sono state le voci di costo che hanno portato ad un incremento di 30 milioni tra il primo ed il terzo anno.
…La risposta del presidente
Non si è fatta attendere la risposta del presidente Sticchi Damiani, che ha cercato di fugare ogni dubbio cercando di entrare nei dettagli con un lungo post.
L'incremento dei costi al secondo anno di serie A è dovuto principalmente ai 24 milioni spesi sul mercato per comprare nuovi calciatori (quello del secondo anno di A fu il mercato in cui compriamo, Falcone (riscatto), Pongracic, Kaba, Ramadani, Kristovi,ecc.), dei relativi ingaggi e commissioni dei procuratori.

Dal ritorno in Serie A, dunque, quando gli acquisti più costosi ammontavano a soli 4 milioni totali (Banda e Samek), il Lecce è passato all’estate di quest'anno con oltre 12 milioni spesi per Siebert e Štulić.
Evidenziavo che al primo anno di serie A abbiamo potuto fare un mercato molto limitato, al secondo anno di serie A invece abbiamo potuto spendere oltre 25 milioni per comprare giocatori e pagarne i relativi ingaggi grazie alle precedenti plusvalenze che prima non c'erano (hjulmand 18 milioni). Grazie per lo spunto perché ieri avrei voluto specificare meglio questo passaggio.
In pratica il primo anno di A fornisce un numero significativo, quei 55 milioni di costi si riferiscono alla prima stagione di serie A dove il Lecce sul mercato spese solo 5 milioni, e quindi 50 milioni di costi fissi (con ammortamenti annuali quasi nulli), più o meno pari ai nostri ricavi senza plusvalenze. Da quel dato si parte, poi ogni anno i costi crescono perché il Lecce a fronte dell'aumentare delle entrate grazie alle plusvalenze, reinveste acquisendo giocatori con conseguente aumento dei costi.
Plusvalenze (quasi tutte) reinvestite sul mercato
Il mio obiettivo era far capire al tifoso che le plusvalenze vengono quasi (c'erano anche le precedenti perdite dei due anni in B da ripianare) tutte investite per acquistare nuovi giocatori ed in minima parte per le strutture. Nei 50 di costi fissi che nel corso dei tre anni di A sono arrivati a 60, calcola che il 60% è costo del lavoro e poi il resto è tutta gestione (lavori stadio, 2,5 contributo alla B, settore giovanile, trasferte di 5 squadre, procuratori, servizi verde, pulizia, acaya). Un abbraccio e grazie per lo spunto.