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Anche se la salvezza è arrivata domenica scorsa, grazie alla vittoria esterna contro la Lazio — definita da molti un’autentica impresa — la stagione del Lecce non può certo dirsi eccellente. I numeri parlano chiaro e impongono una riflessione profonda: venti sconfitte in campionato, la striscia più lunga senza vittorie nella storia del club in Serie A e, soprattutto, il peggior attacco del campionato italiano — per lunghi tratti anche tra i peggiori d’Europa.

Tra i dati più significativi c'è quello legato a Nikola Krstović: l’attaccante montenegrino ha segnato 11 dei 25 gol totali messi a segno dal Lecce. Se si aggiungono anche i cinque assist forniti, emerge un quadro preoccupante: l’intero reparto offensivo ha vissuto sulle spalle di un solo giocatore. Il resto della squadra ha contribuito in maniera minima. Basti pensare che il terzo miglior marcatore è Patrick Dorgu, terzino sinistro spesso impiegato in difesa, autore di tre reti prima di trasferirsi al Manchester United nel mercato di gennaio.

Poco supporto dei centrocampisti al reparto offensivo

A mancare sono stati soprattutto i gol del centrocampo. In alcuni casi, anche la sfortuna ha giocato un ruolo, come nelle occasioni capitate a Helgason contro il Bologna o a Kaba contro la Lazio. Ma in generale, il reparto centrale è stato poco incisivo, come sottolineato anche dal direttore di Pianetalecce, Francesco Romano.

Il Lecce aveva bisogno di un centrocampista offensivo, dinamico, capace di inserirsi e dare peso in area. Spesso Krstovic era troppo solo, senza supporto dalla mediana.

 

Pochi gol, ma che pesano come macigni

Eppure, paradossalmente, proprio i pochi gol arrivati dai centrocampisti sono risultati decisivi per la permanenza in Serie A. Solo due le reti messe a segno dai mediani giallorossi in tutta la stagione, ma entrambe pesantissime. Il primo è quello di Ylber Ramadani contro il Torino alla penultima giornata: un’autentica prodezza da fuori area, una bordata dai 25 metri finita all’incrocio dei pali, imprendibile persino per Milinkovic-Savic. Un gol che ha spezzato un digiuno del centrocampo che durava da dicembre 2023, quando proprio Ramadani andò a segno nella vittoria per 2-1 sul Frosinone.

 

ramadani

 

Il secondo è arrivato nella sfida decisiva all’Olimpico contro la Lazio, e porta la firma di Coulibaly, uno dei migliori interpreti stagionali del Lecce. Dopo aver sprecato una importante occasione contro il Torino, il centrocampista maliano si è riscattato con un gol figlio di un’azione che negli ultimi tempi si era vista raramente: pressing alto, recupero immediato del pallone e attacco veloce alla profondità. Coulibaly si è fatto trovare pronto, firmando l’1-0 finale che ha sancito la salvezza.

Se aggiungiamo anche il gol di Baschirotto contro il Venezia, che ha regalato un punto fondamentale, si può affermare con certezza che, seppur pochi, i gol “non offensivi” hanno avuto un peso specifico enorme. Perché, in fondo, come si dice spesso nel calcio: i gol non si contano, si pesano. E quelli di Ramadani e Coulibaly pesano come macigni.

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