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La stagione del Palermo si è chiusa nel peggiore dei modi, e in anticipo. Con la sconfitta nel primo turno dei playoff contro la Juve Stabia, il campionato dei rosanero è giunto al termine. Più che una stagione, quella della squadra di Dionisi è stata definita da molti un calvario, che in tanti non vedevano l’ora finisse. 

Eppure, le premesse estive erano ben diverse. L’arrivo di mister Dionisi — esonerato durante la scorsa, disastrosa annata con il Sassuolo, poi retrocesso — aveva acceso l’entusiasmo: il tecnico vanta infatti una promozione in Serie A con l’Empoli, nella stagione 20-21, conquistata giocando un calcio brillante, e due stagioni in A con il Sassuolo concluse all’undicesimo e tredicesimo posto. A ciò si è aggiunto un mercato ambizioso: in estate sono arrivati Lucioni, Di Mariano, Blin, Di Francesco e Ceccaroni, mentre a gennaio è approdato in Sicilia Pohjanpalo, completando un reparto offensivo che già poteva contare su Brunori ed Henry. Tutti elementi che avevano alimentato il sogno del ritorno in Serie A, che manca al Palermo dalla stagione 2016-17.

Una stagione fallimentare

Invece, il campionato del Palermo si è rivelato un fallimento. La squadra, spesso troppo sbilanciata, ha pagato a caro prezzo le numerose rimonte subite nel secondo tempo e ha chiuso la stagione al nono posto — l’ultimo utile per accedere ai playoff. Ma già da alcune giornate prima del termine, la curva rosanero era in aperta contestazione con squadra, dirigenza e soprattutto allenatore.

Tra le delusioni più evidenti c’è sicuramente Alexis Blin, centrocampista francese arrivato dal Lecce e noto per le sue doti in fase di interdizione. Un grave infortunio al tendine, però, lo ha tenuto lontano dai campi per diversi mesi a partire da settembre. Al suo rientro, la condizione fisica era lontana dall’essere ottimale, e il rendimento ne ha risentito.

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Blin definito “nè carne nè pesce”

Nonostante le attenuanti, anche Blin è finito nel mirino della tifoseria. Sui social molti sostenitori rosanero lo hanno invitato ad andar via, e nel tradizionale “pagellone” di fine stagione gli è stato assegnato un pesante quattro in pagella . Nella motivazione del voto, i tifosi lo hanno definito un giocatore “ né carne né pesce ”, mai capace di garantire quella continuità di prestazione che ci si attendeva. Una continuità difficile da trovare, certo, ma inevitabilmente compromessa dal lungo stop per infortunio.

 

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