Tiribocchi a cuore aperto: "Atalanta, ti amo ma ti rimpiango. E su Lecce dico la mia..."

Tra Lecce e Bergamo ha lasciato il segno, ma qualcosa ancora lo tormenta: il "Tir" svela ciò che non ha mai detto... fino ad ora
C'è chi lascia il segno con i numeri, chi lo fa con l’anima. E poi c'è chi riesce in entrambe le imprese. Simone Tiribocchi, per tutti il "Tir", è stato uno di quei giocatori che non si dimenticano. Non solo per i gol, ma per lo spirito battagliero, il carisma nello spogliatoio e quel modo di trascinare i compagni anche nei momenti più duri.
Intervistato da TuttoAtalanta.com, l’ex centravanti ha ripercorso le sue tre stagioni a Bergamo, vissute tra retrocessione, risalita e rinascita.
Le tre stagioni a Bergamo, dopo quelle di Lecce, mi hanno consacrato, racconta con voce piena di orgoglio. Mi hanno dato consapevolezza, mi hanno fatto stare bene. Ancora oggi, quando vedo l’Atalanta, provo un misto di felicità e nostalgia.
Era un periodo complicato, ma abbiamo scritto pagine importanti: dalla retrocessione alla vittoria in Serie B, fino al record di punti in A. Oggi la squadra lotta per lo scudetto… è incredibile.
Lecce
Un viaggio nel tempo, quello del "Tir", che non può prescindere dal Lecce, altra piazza che gli è rimasta nel cuore:
In due anni e mezzo ho segnato 42 gol, media di uno ogni due partite. È normale che quella città sia stata fondamentale per la mia carriera. Ma anche a Torino, Chievo e Siena ho vissuto stagioni importanti. Il mio percorso è stato fatto di tanta gavetta, ma ogni tappa è stata formativa.
E oggi, da osservatore attento, guarda con affetto le sue ex squadre affrontarsi di nuovo.
Atalanta-Lecce è sempre una partita speciale. Il Lecce l’ho visto bene contro il Milan: squadra viva, allenatore preparato. L’Atalanta, invece, deve ritrovare convinzione. L’eredità di Gasperini pesa tantissimo, ma Juric è un uomo vero, concreto, e saprà trovare la sua strada.
Bomber vero
Tiribocchi non è mai stato solo un bomber: è stato un simbolo di lotta, sacrificio e attaccamento alla maglia. E oggi, mentre Bergamo sogna traguardi impensabili e Lecce lotta con dignità, il suo racconto è un tuffo in un calcio che, forse, ha perso un po’ di poesia. Ma che grazie a uomini come lui, continua a far battere forte il cuore dei tifosi.