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Soltanto contro la Lazio. In questo campionato il Lecce ha rimontato solo la partita contro i biancocelesti, ribaltando il risultato che, nella prima frazione di gioco, vedeva la compagine di Baroni sotto di un gol. 

Salvo quel match, Hjulmand e compagni non sono mai riusciti a cambiare l’inerzia della partita, a risollevarsi completamente dopo un gol subito a freddo, lasciando emergere tutta l’inesperienza che caratterizza questa compagine.

Ad inizio stagione il Lecce passava sotto con facilità ma, alla fine, in un modo o nell’altro, riusciva a rimettere in piedi il match, con le buone o con le cattive. Nelle ultime settimane, invece, appena Falcone subisce un gol, tutti i suoi compagni di squadra subiscono un contraccolpo psicologico pesante e non hanno la lucidità e la serenità per affrontare il resto del match.

Ieri è successa esattamente la stessa cosa. La formazione giallorossa ha incassato un uno due tremendo ed è scomparsa dal campo, riapparendo solo alla mezz’ora durante la rissa che ha coinvolto più calciatori. Nessuna reazione, 0 tiri in porta, poche trame offensive degne di nota. I protagonisti in campo fermi, i reparti distanti tra loro, nessuno davvero intenzionato a recuperare il risultato di svantaggio.

Che molti siano inesperti ed esordienti in questa categoria lo abbiamo detto e scritto in tutte le salse. Lo sapevamo, è vero, ma adesso servono gli attributi per affrontare la tempesta, il periodo più difficile del campionato.

Il Lecce di Baroni, fino ad ora, non aveva mai perso 3 partite di fila in questo torneo. Il momento di crisi è evidente, eppure per uscirne non servono né drammi né isterismi. Tutte le componenti dovranno guardarsi negli occhi nel chiuso dello spogliatoio. Ritrovarsi e ritrovare, soprattutto, la voglia di combattere per un obiettivo comune. La salvezza è lì, ancora nelle nostre mani, e nessuno deve permettersi di sfilarcela. È troppo importante, per tutti. 

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