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Il destino ha scelto un momento crudele per portarselo via. Era pronto a battere un calcio d’angolo, con il sorriso sulle labbra e la solita eleganza nei movimenti. Poi il crollo improvviso, sotto gli occhi sgomenti di compagni e avversari: Dejan Milovanović si è accasciato sull’erba, vittima di un doppio infarto. Inutili i soccorsi tempestivi: per l’ex capitano della Crvena zvezda e della Nazionale serba non c’è stato nulla da fare.

Un simbolo

Una notizia che ha scosso l’intera Serbia e il mondo del calcio balcanico, dove Milovanović era ancora oggi un simbolo di grinta, tecnica e attaccamento alla maglia. Cresciuto nella cantera della Stella Rossa, ha attraversato tutte le giovanili del club fino a diventarne bandiera e guida, prima di vestire anche la maglia della Nazionale maggiore.

Una tragedia che tocca da vicino anche l’Italia e in particolare il Salento, perché colpisce il cuore della Serbia che oggi ha un suo giovane rappresentante anche in giallorosso: Nikola Štulić, attaccante dell’Lecce, classe 2001, connazionale di Milovanović e cresciuto come lui in quell’ambiente in cui il calcio è passione e identità. Per Štulić e per tanti altri giovani serbi, Milovanović è stato un punto di riferimento, un modello di professionalità e attaccamento alla maglia.

A dare voce al dolore di un intero popolo, il toccante comunicato ufficiale della Stella Rossa, che lo saluta così:

“Dejan era più di un calciatore. Figlio del nostro club, ha lasciato un segno indelebile nei cuori dei compagni e dei tifosi. La sua dedizione alla Stella e l'amore per il calcio erano evidenti a chiunque avesse avuto l'opportunità di vederlo in campo. 

Oltre alle sue qualità sportive, lo ricorderemo come una persona eccezionale, sempre sorridente e pronta ad aiutare. La prematura scomparsa del nostro Dejan ha lasciato un vuoto incolmabile.”

Coraggio e passione

Una carriera vissuta con coraggio e passione, dagli esordi folgoranti fino alle ultime apparizioni con i veterani del club. Dopo il ritiro, Milovanović non aveva mai lasciato davvero il calcio: era presenza fissa nelle iniziative della Stella Rossa, mantenendo vivo lo spirito rosso-bianco con lo stesso entusiasmo dei suoi anni d’oro.

Oggi la Serbia intera lo saluta con gli occhi lucidi e il cuore spezzato. Non solo un giocatore, ma un simbolo, un fratello, un amico.

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