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Dopo quattro partite di cui due con dirette avversarie ed altrettante contro le “grandi” del campionato, si può tirare sommariamente un bilancio di quest'inizio di stagione da parte del Lecce.

Non è rassicurante perchè è ben visibile che la formazione giallorossa sia indietro sotto troppi aspetti; è evidente che non sia ancora squadra e pare che non abbia ben capito cosa si debba fare per competere in questo campionato. Sarebbe troppo facile dopo la sconfitta contro il Cagliari sparare a zero su Di Francesco ed i suoi, allo stesso modo però si deve evidenziare quello che non va e che deve essere migliorato, anche velocemente, perchè i punti in classifica non hanno aspettato mai nessuno, tanto meno i giallorossi.

Quella contro i sardi era una gara fondamentale; non la classica partita da “dentro o fuori” essendo appena la quarta giornata, ma uno scontro diretto, da giocare in casa e da non perdere. Si è avverato il peggiore degli incubi, in una gara iniziata benissimo e finita con una sconfitta.

Di Francesco ha scelto Tiago Gabriel al posto di Siebert che ha fatto coppia con Gaspar davanti a Falcone, con a sinistra Gallo ed a destra Kuassi; a centrocampo Ramadani, Coulibaly e Sala, in attacco Pierotti, Sottil e Stulic. Probabilmente allo stato la migliore formazione possibile che però ha illuso chi guardava la partita giusto per 20/25 minuti, nei quali si sono ammirate azioni ariose, possesso palla, il gol venuto da azione spettacolare. 

Partita a tre fasi

Proprio così, perchè la partita ha vissuto di tre fasi fondamentali: della prima abbiamo già detto, poi è bastato un calcio d'angolo pericoloso da parte del Cagliari per ridare forza ai sardi e paure al Lecce che da un momento all'altro ha perso certezze, spesso sconfitta nei duelli in mezzo al campo, è arrivata sempre seconda sulle palle sporche ed ha permesso agli ospiti di attaccare in ripartenza, con la squadra inspiegabilmente troppo sbilanciata in avanti. 

Sala andava a fare la prima pressione accanto a Stulic, ma non si rendeva conto che il centrocampo non accorciava, così facendo si creava il buco proprio nella zona mediana e da lì ripartivano con aperture a cambiare fronte di gioco, in campo aperto, gli uomini di Pisacane non appena recuperavano palla. Falcone è stato monumentale almeno in tre occasioni aiutato anche dai pali. 

La terza fase si è avuta nella ripresa, quando Di Francesco ha immesso fisicità con Ndaba e Kaba per contenere a sinistra il Cagliari ma ha perso “verve” con l'uscita di uno stremato Sottil, tant'è che l'unica occasione il Lecce l'ha avuta con Morente ma, subito dopo il rigore dubbio fischiato da un insufficiente signor Zufferli, il Lecce non è più riuscito a rendersi pericoloso nonostante le due punte (Camarda e Stulic) schierate da Di Francesco.

Una cosa è balzata all'occhio già nella seconda metà primo tempo: il Cagliari questa partita l'ha portata a casa perchè a livello strutturale e mentale ha annientato i giallorossi. Quasi tutti i duelli vinti da parte degli ospiti con fisicità, grinta e intensità hanno fatto la differenza contro un Lecce sempre troppo preoccupato a come costruire la manovra, tanto da apparire scolastico, senza convinzione ed inoltre poco avvezzo ad interpretare la fase difensiva così come dovrebbe fare una squadra che deve salvarsi. A tutto questo si aggiunga la condizione scadente di alcuni interpreti (Sottil su tutti) unita alla giornata nera dei vari Gallo, Sala, Coulibaly, Stulic, Morente e non sappiamo se stiamo dimenticando qualcuno. Certo è che nessuna squadra può regalare così tanti elementi agli avversari soprattutto se si chiama Lecce.

La partita, giocata per larghi tratti male dal Lecce e completamente sbagliata dal direttore di gara (che ha deciso sempre contro i giallorossi – compreso il rigore e le ammonizioni ridicole - condizionandone il rendimento ed anche il risultato) si è conclusa con il risultato di due a uno per gli ospiti.

Questa contro il Cagliari, dicevamo, è stata la prima vera sconfitta del campionato da parte del Lecce, gara nella quale la squadra si è misurata contro un avversario che, attualmente, è anni luce più pronto e sulle ali dell'entusiasmo dopo la vittoria con il Parma ha fatto bottino pieno anche al Via del Mare. 

No alternative

Ora come ora non ci sono alternative: è vietato demoralizzarsi, nonostante sia complicato, ma si deve continuare a lavorare più e meglio di prima, sia sulla testa che sotto l'aspetto fisico e soprattutto i nuovi arrivati devono fare lo sforzo maggiore, quello di integrarsi velocemente nelle dinamiche volute dall'allenatore. La prossima è nuovamente in casa contro il Bologna, forse è arrivato il momento di cominciare a chiedere non soltanto “crescita” dal punto di vista della manovra, ma soprattutto punti. E da quelli ripartire.

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