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L'ex difensore del Lecce Marin Pongracic, passato in estate tra le fila della Fiorentina, è stato intervistato in esclusiva da Diretta.it. Il difensore, che dopo un avvio di stagione complicato è riuscito ad imporsi nelle gerarchie difensive di Palladino, ha parlato tra i vari temi della sua esperienza nel Salento, e di quanto il Lecce sia stato importante per la sua carriera. Ecco un estratto delle sue parole.

Il periodo in Bundesliga è servito in vista del suo arrivo in Italia?

Il  difensore ha parlato di come il suo periodo in Germania non sia stato facile, soprattutto per errori commessi da lui stesso. “Non ero abbastanza professionale, non prestavo attenzione a cosa mangiavo, a quanto mi allenavo, a come dormivo”, ammette il croato.. 

Sono arrivato in un club certamente più piccolo (il Lecce) rispetto a Dortmund e Salisburgo, ma volevo essere costante, volevo trovare continuità. Impari una nuova cultura e una nuova lingua, sei lontano dagli amici, dalla famiglia, sono maturato e cresciuto lì. Mi ha aiutato molto.

I motivi del suo approdo nel Salento

Volevo essere la migliore versione di me stesso e l'unica cosa logica era andare in un posto dove avrei potuto fare un passo indietro, per poi farne due in avanti. Non mi sono mai visto come un giocatore del Borussia Dortmund perché ero in prestito, non ho sfruttato al meglio la mia occasione, quindi era chiaro per me che era ora di lasciare la Germania, soprattutto perché avevo problemi con i media tedeschi. 

fiorentina-Lecce pongracic karlsson

Così ho cambiato paese per mostrare le mie qualità, penso di esserci riuscito e di essere sulla strada giusta. Il mio ego non mi ha impedito di andare in un club più piccolo dopo aver lasciato il Borussia, perché il mio obiettivo è sempre stato quello di giocare, progredire, ritrovare la fiducia in me stesso.

L'importanza dell'esperienza salentina

Penso che sia stata molto importante, perché la prima impressione è la più importante. Sono arrivato in un nuovo Paese, senza conoscere la mentalità, la cultura, le persone, era tutto nuovo. Ho avuto alcuni episodi in Germania che non sono stati i migliori per un giovane giocatore ambizioso che vuole raggiungere i massimi livelli. 

Era forse la mia ultima possibilità di raggiungere quel livello, di avvicinarmi al giocatore che volevo diventare, quindi quel primo anno è stato molto importante. E anche se ho avuto molti infortuni, mi hanno comunque acquistato perché il prezzo era accettabile, il Wolfsburg voleva vendermi. 

Così sono rimasto a Lecce, ho ottenuto il supporto del club e credo di averlo ricambiato nel modo migliore. Credo di aver giocato 36 partite di campionato su 38, a un ottimo livello. Gli osservatori di altri club se ne sono accorti: è stato molto importante dimostrare quello che sapevo fare. 

Ma sapevo che quando sono arrivato al Lecce sarebbe stato un trampolino di lancio per me verso qualcosa di più, verso il livello che penso di meritare. Ora sono alla Fiorentina e voglio sempre migliorare anche qui, e poi si vedrà.

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