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Nella serie GoalCar (#goalcar)DJ Carlo “Carletto” Nicoletti è andato nel Salento ad incontrare Mirko Vucinic. Ecco di seguito le dichiarazioni dell’ex attaccante giallorosso: 

Ha preso tante giornate di squalifica in Primavera al Lecce:
"Ho preso sei mesi, ridotti poi a quattro. Ho sgridato l'arbitro, ma andai oltre. Era un lecce molto forte con Ledesma, Bojinov".

Poi l'esordio in Serie A:
"Cavasin mi fece esordire. Tutti i tecnici che ho avuto mi hanno lasciato un segno, ma è con Zeman che sono uscito fuori e mi ha fatto conoscere a tutti".

E poi la chiamata della Roma:
"Fu tutto diverso. Mi cercavano altre squadre, ma Roma è una squadra importante. C'era un'Inter stratosferica, senza di loro almeno un paio di Scudetti li avremmo vinti. Totti? E' un campione. Adriano? Nonostante qualche kilo in più era un giocatore incredibile. Mi ha impressionato ma è stato un rammarico. Aveva un tocco di palla fantastico. In quella Roma c'erano tanti grandi giocatori. Totti era un capitano vero in quello spogliatoio. Quando c'era da alzare la voce lo faceva, quando c'era da divertirsi lo faceva".

Poi l'esperienza alla Juventus:
"Dovevo cambiare, per avere nuovi stimoli. All'epoca parlavo con il Marsiglia, ma quando si presentò la Juve non ci pensai due volte. Era un bello spogliatoio, la forza è cresciuta anno dopo anno. Rischiai alla Juve ma ne è valsa la pena. E poi quel primo Scudetto fu incredibile, perché nessuno ci credeva". 

Chi ti impressionava lì?
"Buffon, ma anche Pirlo. Non solo per le qualità tecniche".

Il gol più importante fatto?
"A Lecce la doppietta a Cosenza per salire in A. Alla Roma quello a Catania, dove abbiamo vinto lo Scudetto per pochi minuti prima del gol di Ibra. E alla Juve ho fatto il gol Scudetto".

E ora sei tornato alle origini:
"A Lecce ho vissuto gli anni più belli. Sono tornato qui perché mi sento salentino dentro".

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