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Di solito, ad inizio estate, le radio cominciano a trasmettere in continuazione i cosiddetti “tormentoni”, canzoni che si ascoltano ovunque: in spiaggia, in discoteca, in qualunque centro commerciale.
Fabiano Santacroce, per anni, è stato il tormentone più ascoltato dai tifosi del Lecce in chiave calciomercato. Durante ogni sessione, sia estiva che invernale, il suo nome è stato associato ai colori giallorossi, salvo poi non arrivare mai a vestire la casacca del club salentino.

Questa mattina, quindi, abbiamo deciso di intervistarlo per capire se effettivamente è stato vicino al trasferimento nel Salento oppure, come spesso accade, si è sempre trattato solo di voci. 

“Devo dire la verità, non sapevo che a Lecce durante ogni sessione di calciomercato si è parlato di me. In effetti, in Serie A, con Cosmi in panchina, sono stato davvero vicino a vestire questi colori. Il mister mi voleva, io lo conoscevo bene ed avevo voglia di tornare a giocare dopo un brutto infortunio che mi aveva tenuto fermo per diverso tempo. Vi dico la verità: se mi avessero offerto la stessa cifra che avrei preso a Parma sarei venuto senza problemi. Anzi, aggiungo che avrei accettato anche di meno, ma all’epoca mi dissero che avrebbero potuto darmi solo la metà e non me la sono sentita. Si parlava di parecchi soldi in ballo. Mi sarebbe piaciuto giocare al Lecce e chissà, magari sarebbe andata diversamente. Vi posso assicurare, però, che tutte le altre volte che mi hanno accostato alla società salentina non era mai vero. Solo voci, niente di reale e concreto”. 

Lecce ed il Salento rappresentano posti che Santacroce conosce e che avrebbe voluto vivere di più, anche nel corso della sua carriera:

“Ho diversi amici a Lecce ed amo la vostra città. Ogni volta che sapevo di dover giocare in trasferta contro i giallorossi ero contento, mi piaceva venire lì. Lo stadio è bello, si sente il calore della gente. Ricordo che ho anche segnato lì, in un Lecce-Brescia ho siglato una rete di testa. Vincemmo 2 a 1 ma vi assicuro che il vostro tifo si sente in campo, è uno stadio presente”.

Santacroce ha realizzato diversi suoi sogni e non ha rimpianti, seppur abbia appeso gli scarpini al chiodo presto, a causa di diversi problemi fisici, soprattutto al ginocchio

“Rimpianti? Non ne ho. Ho giocato in Serie A, ho marcato campioni assoluti e sono stato convocato in Nazionale, allenandomi con Cannavaro, Buffon e tanti altri fenomeni. Ho vissuto la magia di Napoli e me ne sono innamorato. Vivo ancora qua e la gente mi ama perché ho dato tutto, anche se non ho giocato tantissimo con questa maglia”.

Da quando ha lasciato il calcio giocato, l’ex difensore ha intrapreso una nuova avventura con la sua agenzia. Veste i ruoli di procuratore ma anche di fratello maggiore dei suoi ragazzi. Dispensa consigli e mette al servizio dei più giovani la sua esperienza per permettere anche ad altri di realizzare il sogno di diventare calciatori professionisti: 

“Nei ragazzi che scegliamo guardo la voglia. Con la mia agenzia proviamo a fare qualcosa di diverso, puntiamo anche su ragazzi che sono stati scartati da altri, perché il calcio va veloce e spesso non si hanno né tempo e né voglia per aspettare alcuni giovani. Ho visto calciatori affermarsi tra i professionisti dopo aver ricevuto parecchie porte in faccia, mentre i loro coetanei sono ancora in Primavera. Corvino è un maestro, un punto di riferimento e sarebbe un grande piacere parlare con lui, magari per rubargli qualche trucco del mestiere. Ancora non ho avuto la possibilità di proporre qualche calciatore alla società salentina”.

Santacroce vede tante partite e tanti allenamenti ogni giorno. Studia il talento e le potenzialità che possono trasformarsi in capacità. Ovviamente ha seguito anche il Lecce, modello di scouting per la scoperta di scommesse che un giorno potranno compiere il salto di qualità:

“Mi piace tantissimo Banda, tanta roba davvero. I miei occhi vengono rapiti da ragazzi come lui, con quelle capacità tecniche ed atletiche può arrivare dove vuole. Poi, certamente sono rimasto colpito anche da Hjulmand. Per me vale 15 milioni ed anche di più, il talento costa e se lo vuoi devi spendere. Dei miei ragazzi vi faccio un nome: si chiama Hamza Haoudi, è giovane e farà il ritiro con il Frosinone quest’anno. Ho visto tanti giocatori di talento ma pochi che toccano il pallone come fa lui”.

 

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