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Oltre a fare il punto sulla stagione del Lecce, le conferenze stampa di Pantaleo Corvino sono attese da tifosi e addetti ai lavori anche per un altro motivo: le sue frasi cult, spesso destinate a diventare virali in tutta Italia. Il direttore dell’area tecnica giallorosso, nel corso della sua lunghissima carriera, ha saputo coniare espressioni incisive, a volte ironiche, che nel tempo sono diventate veri e propri must del mercato calcistico, riprese da dirigenti, allenatori e giornalisti.

Un esempio su tutti? Antonio Conte, durante la sua esperienza al Tottenham, riprese pubblicamente una frase proprio di Corvino: Puoi sbagliare la moglie, ma non l’attaccante. Una battuta folgorante che Corvino pronunciò ai tempi della Fiorentina per convincere Luca Toni a vestire la maglia viola. Un’espressione che riassume perfettamente la centralità del bomber nel progetto tecnico di una squadra.

Sempre a Firenze, un’altra frase entrata nel lessico del calcio italiano arrivò in risposta a una provocazione dell’allora presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, che lo aveva definito “sciacallo”. Corvino, con la sua proverbiale prontezza, replicò: “Meglio sciacallo che pollo, anche se il miglior pollo l’ho mangiato a casa sua.

L'ennesima uscita memorabile di Corvino arriva sempre alla Fiorentina quando, nel momento della firma del contratto di Dusan Vlahovic, la madre disse al direttore salentino: “Direttore, ha preso il nuovo Batistuta”, e Corvino rispose in maniera schetta: “Va bene anche se sarà il nuovo Toni”.

Tante uscite memorabili anche nel Lecce

Anche nella sua esperienza leccese, il direttore Pantaleo Corvino non ha mai perso il suo tocco comunicativo, diventando celebre per le sue frasi colorite e originali in conferenza stampa. Già nel 2020, in uno dei suoi primi interventi pubblici dopo il ritorno a Lecce, svelò un curioso retroscena su come riesce a convincere alcuni calciatori a firmare per i giallorossi: 

A questi ragazzi, gli stranieri, per i quali Lecce può sembrare un posto molto lontano, mando sempre foto di Santa Croce, San Cataldo, Torre dell’Orso, Gallipoli, Otranto, lo stadio e i video dei nostri tifosi  

Tra le sue uscite più memorabili, spicca anche quella legata a Brayan Vera, ex terzino colombiano arrivato nel 2019 per circa un milione di euro. In una conferenza, per spiegare le difficoltà di adattamento del calciatore, Corvino disse:
 

Vera è una macchina con il motore da Ferrari, ma deve ancora attrezzarsi a livello di carrozzeria e di manubrio.

Solo dal 2022 arrivano le migliori uscite

Ma è a partire dalla stagione 2022-2023, la prima del suo nuovo ciclo in Serie A con il Lecce, che Pantaleo Corvino ha dato davvero il meglio di sé anche dal punto di vista comunicativo. In particolare, nella conferenza stampa in cui si faceva il punto sul mercato estivo, il direttore dell’area tecnica decise di prendere posizione in modo deciso per difendere alcune delle sue scelte contestate dalla piazza.

Tra queste, l’acquisto di Assan Ceesay, attaccante proveniente dallo Zurigo, accolto con scetticismo dalla tifoseria, che avrebbe voluto nomi più noti o “sicuri”. Ma nel mirino dei tifosi, alla vigilia della prima giornata di campionato, c’era soprattutto la mancanza di rinforzi nel reparto difensivo, in particolare al centro. Una situazione che Corvino sistemò successivamente con l’arrivo di Samuel Umtiti, campione del mondo con la Francia. Durante la conferenza, per ribadire il valore del lavoro fatto, Corvino usò una delle sue frasi divenute ormai celebri, un mix di ironia, fermezza e orgoglio. Queste le sue parole:

Dobbiamo rischiare sulle potenzialità, perchè è facile prendere il nome, giocare alla playstation. Ma è un esercizio che non possiamo permetterci. Abbiamo preso il portiere (Falcone, ndr), i due marcatori -i difensori centrali- non siamo stati all'altezza di prenderli, ma vi pensate che stiamo sotto l'ombrellone? 

Abbiamo preso un attaccante, Ceesay, e sembra che sia arrivato un altro scappato di casa. In realtà abbiamo preso un giocatore che viene da un campionato, quello svizzero, dove la nazionale sta ai mondiali, mentre l'Italia no. E già qui il partito dei disfattisti: “Nu nbale”. Mi sembra di tornare indietro, quando presi Lucarelli e tutti mi dissero: “Guarda quishtu, sono due anni che non gioca. E' grosso, mangia le polpette, li pasticciotti”. Ma in due anni fa 31 gol e lo vendiamo per 18 miliardi. 

Con Chevanton me ne dovetti andare a Sabaudia per non sentire tutte le critiche. Sono stato criticato perchè vendetti Bojinov per 30 miliardi, l'equivalente di 13 milioni e mezzo di euro, più Valdes e lo sostituì con un giovane della primavera, Vucinic, venduto per altri 20 milioni di euro. Sono film che ritornano.

Umtiti

 

Non arriva da una conferenza stampa, ma è comunque una frase che rappresenta in pieno il modo di pensare, lavorare e comunicare di Pantaleo Corvino. Durante una puntata di Piazza Giallorossa, andata in onda il giorno dopo la sconfitta per 2-1 contro la Roma, partita fortemente condizionata dall'espulsione di Hjulmand da parte dell'arbitro Prontera, Corvino espresse una riflessione importante.

In quell’occasione, il direttore dell’area tecnica del Lecce propose l’idea di inserire un ex calciatore nella sala VAR, una figura che potesse affiancare gli arbitri nella valutazione degli episodi più complessi offrendo il punto di vista di chi, certe dinamiche, le ha vissute direttamente sul campo.

Mettere un calciatore in sala VAR? Gli arbitri sono come una parrocchia.

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