Corvino: "Vi spiego la mia giornata tipo. Hjulmand? Era lui che mi tranquillizava"

L'intervista rilasciata dal direttore dell'area tecnica vernolese a Tuttosport
Che Pantaleo Corvino sia uno dei migliori scopritori di talenti del calcio italiano è cosa nota. Nel corso della sua lunga carriera, il dirigente vernolese ha dimostrato di saper individuare giovani promesse provenienti da ogni parte del mondo, lasciando il segno in tutte le realtà in cui ha lavorato.
Dal suo ritorno a Lecce, nella seconda avventura con i giallorossi, Corvino ha piazzato diversi colpi di grande prospettiva: basti pensare a Dorgu, Krstovic o Hjulmand. Intervistato in esclusiva da Tuttosport, il direttore dell'area tecnica vernolese ha raccontato quella che è la sua giornata tipo o il processo che porto alla scelta di un giocatore. Ecco un estratto delle sue parole.
La giornata tipo di Pantaleo Corvino
È la stessa di sempre: sveglia presto e poi subito al centro sportivo, per occuparmi del coordinamento di tutta l’area sportiva: dalla prima squadra all’Under 18 e Primavera. Da quando sono tornato a Lecce sono cinque anni che non riesco a prendere un caffè la mattina con mia moglie.
A fine giornata, sulla via del ritorno, mi piace fermarmi in campagna per restare da solo. È lì che riesco a concentrarmi maggiormente. Stare nella natura mi dà la giusta energia per continuare a lavorare. Dentro di me il fuoco non si è mai spento: ho ancora tante motivazioni....

Come si colma il gap economico con i club più ricchi?
Con le idee. Bisogna essere virtuosi per dare continuità ai risultati del nostro club.
Come si scopre un giocatore?
Sto per entrare nel mio cinquantesimo anno da direttore sportivo, eppure il mio metodo è rimasto sostanzialmente lo stesso, perché continua a darmi grandi soddisfazioni. Certo, mi sono aggiornato: nel 2025 il mercato ormai si fa anche con l’ausilio delle tecnologie.
Li ritengo degli strumenti utili, ma resto sempre dell’idea che nulla potrà mai sostituire l’occhio umano. Il talento va toccato con mano. Io poi non mi avvalgo di una grande rete di scouting: ho una persona che mi aiuta per il settore giovanile e un’altra per la prima squadra. E questo sempre in virtù di quella sostenibilità di cui parlavamo prima. Mi fido molto delle mie conoscenze....
La prima cosa che guarda in un giocatore?
Direi la destrezza, la facilità con cui compie i gesti tecnici. Poi dopo vengono il resto degli aspetti, a cominciare dalla fisicità, dalla componente muscolare….