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Il Panini Tour, luogo di ritrovo di migliaia di collezionisti delle figurine dei calciatori, è partito da Lecce e nel corso di questi incontri c’è stata anche l’occasione di sentire le voci dei protagonisti giallorossi, tra cui il mister Roberto D’Aversa ed il bomber Roberto Piccoli.

Le parole di D’Aversa: 

Quando arrivo io per le 7:30 o 7:45 al campo di allenamento trovo un collaboratore che sta da solo, l’inserviente delle pulizie e Baschirotto che lavora. Lui è l’emblema di quei giocatori che magari arrivano a certi livelli con il lavoro. È una cosa importante, uno spot per tanti ragazzi. Ci sono tanti che magari hanno qualità donate già dal padreterno, mentre lui rappresenta tutti quei giovani che hanno un obiettivo e lo raggiungono con il sacrificio ed il lavoro duro, indipendentemente dai valori tecnici.

Piccoli e Maleh

Le figurine 

Il mister spiega anche la passione che aveva fin da piccolo per le figurine: 

Ricordo che da casa mia andavo all’edicola e bisognava fare un po' di strada per arrivare. A 5-6 anni andavo a comprarle, pur con la paura di attraversare. La passione delle figurine ce la portiamo da piccoli, io ci ho sempre giocato. 

Le parole di Piccoli

La parte che amo di più è quella che mi permette di lavorare in area di rigore, lì dentro mi escono cose naturali, senza manco pensarci e mi piace sentire il profumo del gol. Devo migliorare spalle alla porta, cercando di non perdere palloni stupidi durante la partita. 

Vittoria con la Fiorentina? È stata una bella emozione, ci tenevamo tutti e questa vittoria può cambiare un periodo difficile, nel quale non riuscivamo a vincere. Dopo il gol non riuscivo più a respirare, anche per recuperare. Dopo il gol di Dorgu è arrivata un’altra botta di adrenalina. Eravamo alle stelle. 

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