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Il campionato di Serie A del Lecce è cominciato ieri al “Ferraris”, dove ha portato a casa un punto in una gara certamente non spettacolare, ma che lascia comunque segnali positivi. Il pareggio contro un Genoa solido e organizzato pesa più del singolo punto: è il segnale di una squadra diversa, affamata e determinata.

Se nella scorsa stagione i giallorossi erano spesso attendisti, questa volta si è visto un approccio nuovo. Niente difesa a oltranza: il Lecce ha provato a costruire, a pressare, a interpretare la partita da protagonista. A parlarne, è stato anche l'ex calciatore dei giallorossi Egidio Ingrosso, il quale ha riproposto sui social il suo solito “Ragguaglio”.

Sulla partita

Il Lecce visto a Genova mi è piaciuto tanto per impegno, abnegazione, propositività, coraggio e spirito battagliero.

La difesa alta, il pressing asfissiante sul portatore di palla avversario, gli spazi stretti tra i reparti (30-40 metri al massimo) e la convinzione nei movimenti nelle due fasi di gioco hanno caratterizzato la prova dei ragazzi giallorossi.

Ognuno sapeva cosa fare in campo per limitare la forza degli avversari. I terzini Danilo Veiga e Gallo non avevano paura di accorciare altissimi sui rispettivi avversari, Carboni e Gronbaeck, tanto da limitarli nelle giocate offensive e nel raggio di azione e, in più, costringerli ad inseguirli in fase difensiva e quindi sprecare energie.

Genoa-Lecce Gaspar arbitro massa tete morente

La difesa

In attesa di vedere all'opera il nuovo difensore centrale tedesco, la difesa giallorossa composta da Gaspar e Tiago Gabriel ha ben figurato, raccogliendo il secondo clean sheet di fila nella seconda uscita stagionale.

Strepitosi i due difensori centrali, Tiago Gabriel e Gaspar, sempre pronti ad accorciare su centravanti rossoblù e sul trequartista Stanciu, che cercava spazio tra le linee di difesa e centrocampo giallorosse senza mai essere il perno del gioco offensivo avversario.

Questa sistemazione tattica, insieme alla pressione man-to-man di Ramadani e Berisha sui due mediani avversari, ha permesso al Lecce di rimanere alto nella metà campo genoana e di rischiare poco o nulla in difesa.

L'attacco

Forse la nota più dolente: con la cessione di Krstovic c'è il solo Camarda a fare reparto in attesa di un molto probabile nuovo acquisto. C'è da dire, però, che nonostante un gioco certamente più frizzantino e dinamico, non si è mai arrivati ad impensierire Leali.

In fase d'attacco, invece, la ricerca del terzo uomo che si proponeva senza palla è stata una costante; ognuno degli interpreti sapeva cosa fare con il pallone tra i piedi e questo fa ben sperare per il futuro dei salentini.

C'è da dire, però, che negli ultimi 25 metri la squadra ha dimostrato di avere limiti strutturali da correggere, perché l'assenza di Kristovic si è fatta sentire tanto, nonostante la buona volontà di Camarda. 

Il centrocampo era assortito bene. I tre scelti dal mister hanno garantito corsa, tecnica e muscoli.

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