Cavasin: "Prima di Lecce-Lazio non ho chiuso occhio. Sulla partita di domenica vi dico..."

Le parole dell'ex tecnico dei giallorossi intervistato dal Corriere dello Sport
Intervistato al Corriere dello Sport, l'ex allenatore giallorosso Alberto Cavasin ha parlato delle emozioni provate prima di quel Lecce-Lazio del 17 giugno 2001 che portò alla salvezza dei giallorossi in massima serie. Ecco le sue parole a poche ore da un incontro che potrebbe diventare storico come quel giorno al Via del Mare.
Mister, come ha vissuto quel pre-partita?
Non ho chiuso occhio. A un certo punto non mi sopportavo più in albergo. Ricordo che eravamo in centro e scelsi di perdermi per le strade barocche vuote per non pensare sempre a quella partita. Ricordo però un particolare curioso.
Nei pressi della chiesa di Santa Croce incontrai il mio secondo: anche lui non stava reggendo lo stress di quella notte. Camminammo fino all'alba, che per fortuna a giugno nel Salento è abbastanza presto, e tornammo in albergo per fare colazione con il resto della squadra.

E della partita cosa ricorda?
Quella era una Lazio stellare che metteva paura a tutti, al Via del Mare arrivò con ancora qualche residua possibilità di scudetto, ma già nel primo tempo svanirono per nostra fortuna. Noi nella prima frazione eravamo bloccati, poi nella ripresa per fortuna Vasari riuscì ad essere decisivo come qualcuno aveva predetto.
E allora ci dica chi lo aveva pronosticato...
Corvino, e chi sennò? Quando arrivò in inverno non era nei nostri programmi, ma il direttore mi disse che sarebbe stato decisivo. E come al solito ci vide benissimo.
E questo Lazio-Lecce?
Sarà una partita diversa, la Lazio oggi ha un traguardo concreto. Incideranno e non poco i risultati che arriveranno dagli altri campi, con la speranza che siano quelli auspicati dal Lecce. I giallorossi devono scendere in campo con l'intento di fare quel centimetro in più come non hanno mai fatto in stagione.
Falcone deve mettere in conto almeno due o tre miracoli in questa partita e poi mi aspetto da Krstovic una prestazione da trascinatore, deve dimostrare, come ha già fatto in stagione, di potersi mettere sulle spalle la squadra e trascinarla verso un traguardo che è alla portata.