Lecce, una salvezza poggiata su basi solide

La storica terza salvezza consecutiva è frutto di programmazione e lungimiranza
Con la vittoria all’Olimpico contro la Lazio, il Lecce ha scritto una pagina memorabile della propria storia: per la prima volta, la squadra salentina disputerà la quarta stagione consecutiva in Serie A, la ventesima in più di cento anni di storia.
Un traguardo inedito, quasi insperato ad un certo punto della stagione, frutto di una progettualità solida, di un lavoro capillare a tutti i livelli ed anche un po' di fortuna. Ma ci sono delle componenti oltre al risultato sportivo che unite rendono grande questa società, ma soprattutto rendono il futuro roseo.
Terza salvezza consecutiva
Questa pagina storica del nostro calcio rappresenta uno slancio verso il futuro. Sì, perché evitare la retrocessione in Serie B ha significato scongiurare un pericoloso passo indietro e il rischio di restare invischiati in una categoria, quella cadetta, notoriamente difficile e insidiosa.

Il problema sarebbe stato economico, perché la retrocessione porta con sé svariati problemi come ad esempio molte meno entrate dal punto di vista dei diritti, delle presenze allo stadio ed una possibile svalutazione dei cartellini dei giocatori. I giallorossi sarebbero di certo caduti in piedi, vista l'oculata gestione del monte ingaggi, ma nemmeno la squadra giallorossa sarebbe stata esente da problemi.
La terza salvezza consecutiva, invece, non solo garantisce continuità al progetto, ma potrebbe essere un notevole boost per le ambizioni salentine, ovviamente nel senso del consolidamento del progetto a lungo termine.
Squadra di proprietà

Un punto fondamentale. Una rosa ricca di talenti già nel mirino di diversi club, come Falcone, Krstovic ma anche Gallo. Soprattutto, la squadra è formata da soli giocatori di proprietà ad eccezione di Karlsson e Sala.
Ciò rappresenta un vero e proprio punto di forza per la squadra, che può così contare su un patrimonio proprio, senza dover valorizzare giocatori di altre squadre, o rischiando che i prestiti non facciano il loro dovere sapendo di dover lasciare la squadra a fine stagione. Inoltre, ciò non implica dover rifare ogni anno la rosa con ricambi continui di prestiti.