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Ma chi era Mimmo Cataldo?

Cataldo rappresenta una figura chiave nella storia del Lecce. Lui, nato a Siderno in Calabria nel 1925 legò la propria storia al Salento. Arrivato nel 1976 da allora divenne uno dei principali artefici del progetto sportivo giallorosso. 

Da direttore sportivo, operò con discrezione ma con enorme efficacia, contribuendo in modo decisivo alla promozione in Serie B nel suo primo anno di attività con il club e, successivamente, al primo storico salto in Serie A con Eugenio Fascetti alla guida tecnica. Sotto la sua direzione seguirono anche due salvezze consecutive nella massima serie con Carlo Mazzone.

I talenti del vivaio

Cataldo non fu solo un uomo di campo, ma anche un abilissimo stratega a livello gestionale: la sua visione lungimirante e le operazioni di mercato oculate garantirono al Lecce una base economica solida. 

Fece emergere grandi talenti del vivaio, come Antonio Conte, venduto alla Juventus per quasi 7 miliardi di lire, e altri giocatori di spicco come Bruno, Garzya e Moriero. Determinanti furono anche i prestiti di giovani promesse provenienti da grandi club come la Roma, tra cui Scarchilli, Maini e Grossi, che diedero un contributo importante nella promozione in A con Bruno Bolchi.

Moriero

Dopo aver lasciato il Lecce nel 1996, poco dopo il ritorno in Serie A con Gian Piero Ventura e il cambio di proprietà con l’arrivo della famiglia Semeraro, Cataldo proseguì la sua attività in altre piazze calcistiche, tra cui Nardò, Taranto e Ancona, mettendo sempre a disposizione esperienza e competenza.

Il suo ricordo, oggi, vive non solo nei risultati sportivi che ha contribuito a costruire, ma anche nelle parole di chi, come Corvino, ha saputo trarre ispirazione dal suo esempio per costruire a sua volta una carriera di successo. Eppure, nonostante l'importanza avuta nel club giallorosso, spesso questa figura non viene nominata: 

Chi deve raccontare la storia la deve scrivere così com'è e se quando si parla della storia del Lecce e vedo i calciatori e il presidente, ma non vedo il nome mio o di Cataldo, così come quello di nessun altro direttore sportivo, allora lì esce fuori il mio orgoglio. 

Ecco allora come oggi, qui su PianetaLecce, proviamo a rendere omaggio ad una figura storica del calcio leccese ricordandone una parte del suo passato, spiegando il perché sia una figura così importante per l'US Lecce e per Corvino.

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