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Davide Lapadula, fratello di Gianluca Lapadula, ha rilasciato un’intervista al Giornale di Brescia. Il calciatore in forza al Vobarno, in Eccellenza lombarda, ha dichiarato: "Gianluca è un giocatore che dà l’anima,- autore già di 9 gol – e ora siamo molto simili. Lo contraddistingue la ‘garra’, la voglia di fare la guerra con tutti. Il Brescia deve temere il suo modo di attaccare, forte fisicamente e bravo nella profondità. Spero che dimostri la sua grinta sabato al Rigamonti. Ha dimostrato di saper fare dei movimenti non comuni, e non lo dico perché parlo di mio fratello. Il suo modo di muoversi è devastante per i difensori”. Davide dice la sua su Brescia-Lecce: “Che sfida sarà? Credo che il Brescia abbia mediamente la difesa più alta di tutta la Serie A, quindi è chiaro che mio fratello non potrà battagliare sui palloni alti. Fisicamente, però, se la cava. Potrà sfruttare il gioco in profondità”. Il fratello del bomber giallorosso tiene ad evidenziare: “In queste stagioni non ha reso come ci si aspettava, ma per colpe non solo sue. A Lecce ha trovato un ambiente che crede molto in lui. Sta dimostrando il giocatore che è. Dei problemi fisici lo hanno limitato, ma ora sta bene e si vede. Non solo per i gol, anche per le prestazioni. Se trova continuità, credo che possa ambire a tornare ancora in Nazionale. Penso anche che è stato sfortunato nel gol annullato all’Olimpico con la Lazio. A Brescia? Sta bene, vedrete”. Tra Davide e Gialuca il legame è davvero forte: “Siamo molto legati, siamo cresciuti insieme. Quando giocavo a calcio, me lo portavo sempre dietro. La mia presenza allo stadio? Non ci sarò, ho il battesimo di mio figlio. Spero di avere Gianluca al ricevimento!”. Domani Gianluca Lapadula tornerà a giocare dopo due giornate di squalifica. La punta giallorossa fu squalificata per due turni dopo lo scontro ravvicinato con Olsen, il portiere del Cagliari, sul finale del match disputato il 25 novembre. I due calciatori sono stati protagonisti di uno scontro scatenatosi dopo che l’attaccante aveva messo a segno il rigore che accorciava le distanze per i padroni di casa, sotto di due gol a dieci minuti dalla fine dell’incontro. Il portiere ospite aveva raccolto il pallone dal fondo della porta e lo aveva allontanato, scatenando la furia di Lapadula che invece voleva recuperarlo per accelerare la ripresa del gioco.
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