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A parte la gara disputata contro il Milan, che qualcuno ha impedito al Lecce di giocare ad armi pari, nel nuovo corso capitanato da Luca Gotti i salentini hanno ottenuto sette punti in tre partite e tre volte Falcone non ha dovuto raccogliere la palla dalla sua porta. Sono dati importanti se si pensa alla deriva tecnico/tattica e mentale nella quale era finita la squadra. È incredibile come a volte il cambio del timoniere chiarisca dubbi e interrogativi che per troppo tempo erano irrisolti.

Ieri ad esempio abbiamo capito che il calo intorno al sessantesimo non era soltanto fisico ma molto più mentale. La squadra si disuniva colpevolmente prima, combatte fino alla fine adesso. Una vera e propria metamorfosi e guardando i fatti non possiamo che dedurne che il “manico” se è nervoso provoca turbamento, se tranquillo infonde coraggio, incidendo così positivamente o negativamente sulle prestazioni. Così come scelte e sostituzioni: se vengono effettuate per migliorare le capacità di una squadra hanno un senso (anche se sappiamo bene come nulla sia matematico), se invece risultano scolastiche e ruolo per ruolo, non solo non aggiungono nulla, ma il più delle volte tolgono.

Contro un Empoli arcigno e ben messo in campo il Lecce ha cercato di disputare una partita propositiva, non sempre ci è riuscito, nel secondo tempo sicuramente meglio che nel primo, complice anche la gran fatica degli uomini di Nicola che avendo pressato alti in ogni fase, alla fine, nonostante le sostituzioni, si sono disuniti.

Nei primi quarantacinque minuti è sembrato che la scelta di Oudin (infatti con Krstovic squalificato Gotti ha proposto Remi dietro Piccoli) non fosse così convincente, poiché stretto in una morsa il francese stentava a trovare la posizione e quelle rare volte che ci riusciva era sempre pressato; nonostante questo, le occasioni pericolose create nella prima frazione sono venute tutte dal suo piede su calcio da fermo. Nel secondo tempo il ragazzo è salito di livello anche dal punto di vista della manovra; ha sfiorato il gol con un siluro di destro, dopo una discesa strepitosa di Gallo, destinato in porta se un avversario non fosse riuscito a deviarlo con un colpo di testa; oltretutto non ha fatto mancare la precisione nei calci da fermo, dando in questo fattore tecnico continuità al primo.

Pierotti

La vittoria è la giusta ricompensa per una squadra che a conti fatti ha tirato verso la porta difesa da Caprile per quattordici volte di cui sette nello specchio ed ha lasciato agli avversari praticamente zero tiri (l'unica parata di Falcone viene su un colpo di testa di un giallorosso in mischia). Vediamo un Lecce ormai definitivamente rinfrancato ed in crescita nonostante le assenze forzate, guidato da un allenatore esperto che per adesso sta cercando di dare fiducia a tutti senza lasciare indietro nessuno. Anche le sostituzioni, forse un pochino tardive, hanno fatto la differenza, come accade nelle vittorie che si rispettino: Venuti al posto di Gendrey ha riavviato immediatamente l'azione da fallo laterale, Piccoli con una torsione in volo è riuscito a fare da sponda e Pierotti (si nota la sua voglia di emergere anche nei pochi minuti che per ora gli concede il tecnico) ha aggirato con grandissima cattiveria agonistica il suo marcatore ed a porta praticamente spalancata ha fornito l'assist vincente all'accorrente Sansone che non ha dovuto far altro se non spingere la palla in una porta ormai sguarnita. Lo abbiamo detto un paio di settimane fa: è meglio un assist certo, nello score personale di una partita, di un tiro egoistico che può apparire invitante ed invece è forzato, con la palla che spesso finisce lontana dai pali. Pierotti con estrema semplicità ed altrettanto altruismo ha dimostrato proprio questo. Bravo!

Prima di chiudere, vorremmo indirizzare l'attenzione di chi ci legge su due aspetti che sicuramente non saranno passati inosservati: Tonino Gallo ormai è sbocciato, diventando un calciatore di categoria superiore; l'arbitraggio stavolta, inteso nel suo complesso, non ha sbagliato nulla, dalla presa fuori area da parte del portiere dell'Empoli, corretta al VAR, alla convalida dell'uno a zero del Lecce dopo una rapido controllo. Anche qui ci viene da dire “bene così” e ci piace pensare che l'arbitraggio della gara, molto attento, possa essere riconducibile all'atteggiamento professionale e raramente sopra le righe che si sono imposti proprietari e dirigenti giallorossi, seppure dopo lo “scempio” visto a Milano ne avrebbero avuto tutto il diritto. Con questa vittoria il Lecce, aspettando i risultati di domenica, potrebbe aver ipotecato mezza permanenza in serie A e la prossima sarà a Sassuolo, altra formazione molto forte sulla carta ma invischiata nella lotta per non retrocedere.

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