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L'ex bomber di Brescia e Piacenza Dario Hubner è tornato a parlare ai microfoni di ChiamarsiBomber, dove ha rilasciato una lunga intervista in cui ha trattato numerosi argomenti. Tra i vari temi, ha anche parlato della situazione attuale della Nazionale italiana, della carenza di attaccanti forti, ma anche di Francesco Camarda, appena arrivato in al Lecce in prestito con diritto di riscatto e controriscatto e autore di una tripletta contro il Natz

Hubner sui tanti stranieri in Primavera

A pochi giorni dall'accesa discussione tra Corvino e Graziani, anche Hubner dice la sua sul tema giovanili. Ancora una volta, il focus si concentra sulla presenza dei tanti stranieri. Secondo Hubner “Il problema è semplice: parte dal settore giovanile. Negli anni ‘90, ad esempio, la Primavera dell’Inter era composta da 25 lombardi, o comunque ragazzi della provincia di Milano. Il Brescia aveva 25 bresciani o giù di lì, la Cremonese lo stesso, la Roma aveva romani o laziali, il Napoli napoletani o campani". L'ex bomber prosegue:

Se guardiamo oggi, il 75% delle Primavere di Serie A e B sono composte da stranieri. Quindi è normale che ci siano tre portieri e bisogna sperare che almeno uno sia bravo. Prima c’erano tante scelte, e tanta concorrenza. Dovevi essere bravo sul serio per emergere. Se eri uno dei 17 centravanti della Primavera, per essere chiamato in Nazionale dovevi essere molto più bravo degli altri 16. Adesso ce ne sono due o tre, basta fare un paio di gol e ti chiamano perché sei rimasto solo tu. Ci vuole uno studio, una struttura. Se prendiamo solo stranieri per farli giocare nel nostro campionato Primavera, a quel punto non serve a niente per la Nazionale o per le stesse società italiane.

Questo punto è stato ampiamente spiegato da Pantaleo Corvino a Radio Sportiva. Il direttore ha palato molto chiaramente di alcune problematiche che affliggono, ad esempio, il territorio pugliese e, più nello specifico, salentino con pochi giocatori validi. Qualora ci fossero, verrebbero subito prelevati dalle squadre top grazie a delle leggi federali che lo permettono senza lasciare nulla in cambio alle piccole squadre: parliamo ad esempio di Okoumassoun o Montinaro, ma non solo.

Su Camarda

Deve crescere, deve giocare. Io credo che un giovane così deve crescere giocando. E la scelta del Lecce, come società, è buona. Di Francesco lo conosco, è un allenatore che fa crescere tanti giovani. Ma per farli crescere, devono giocare. Io, fossi stato in Camarda, avrei preferito andare in Serie B a fare 35 partite, piuttosto che andare in Serie A a fare venti spezzoni a partita iniziata. Non credo che parta titolare. Per cui avrei scelto una categoria inferiore: mi sarei fatto le ossa, l’esperienza. 

Pio Esposito? Sì, ha fatto bene. Ha fatto benissimo quest’anno e si è rilanciato. Quello è stato un anno di esperienza, non lo chiamo purgatorio, ma sono quegli anni che ti fanno crescere. In B c’è più cattiveria, impari tante cose, e soprattutto… Giochi. Giochi di continuo, e migliori. Perché se giochi venti minuti una partita, poi stai fuori due, poi ne giochi altri venti… Sì, ti serve, ma è relativo. Se invece fai 90 minuti ogni domenica, prendi le botte, rivedi dove hai sbagliato, ti alleni in un certo modo, sei mentalmente sempre concentrato… È lì che cresci davvero.

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