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Un’operazione imponente condotta dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza ha inferto un duro colpo al narcotraffico e alle organizzazioni criminali operative a Lecce e nel basso Salento. La Procura della Repubblica di Lecce, tramite la Direzione Distrettuale Antimafia, ha coordinato l’esecuzione di 35 misure cautelari, di cui 33 in carcere e 2 ai domiciliari. Gli indagati sono ritenuti responsabili di traffico di stupefacenti, riciclaggio, autoriciclaggio e altre attività illecite collegate.

L’operazione e i suoi numeri

La complessa operazione ha coinvolto oltre 200 agenti e militari, supportati da unità cinofile, un elicottero del Reparto Volo di Bari e reparti specializzati. Le indagini hanno portato alla luce due organizzazioni criminali strutturate e radicate nel territorio, riconducibili a esponenti di spicco della Sacra Corona Unita. Tra i principali indagati figurano nomi già noti alla giustizia per reati di stampo mafioso.

Le attività investigative si sono avvalse di tecnologie avanzate, come l’intercettazione di comunicazioni criptate tramite piattaforme ENCROCHAT e SKY ECC, che hanno svelato una rete capillare di traffico di droga, riciclaggio e violenza. Le organizzazioni criminali utilizzavano sistemi sofisticati, come veicoli con nascondigli segreti e telefonini criptati, per sfuggire ai controlli.

Droga, violenza e infiltrazioni economiche

Durante le indagini sono stati sequestrati ingenti quantitativi di droga, tra cui 150 kg di marijuana, 25 kg di hashish e 45 kg di cocaina, trasportati tramite mezzi modificati o imbarcazioni. Le organizzazioni facevano uso sistematico di violenza, anche con armi e ordigni, per controllare il territorio e risolvere conflitti interni.

Oltre al traffico di droga, i gruppi criminali avevano esteso il loro dominio al settore economico-finanziario, infiltrandosi nel tessuto imprenditoriale salentino. Attraverso cooperative e imprese fittizie, gestite da prestanome, riciclavano i proventi illeciti e garantivano supporto economico ai familiari dei detenuti. L’operazione ha coinvolto anche un commercialista locale, accusato di amministrare i flussi finanziari illeciti e trasferire somme di denaro all’estero.

Collaborazioni internazionali

Le indagini hanno beneficiato di un’ampia cooperazione internazionale, con l’utilizzo di ordini europei d’indagine per raccogliere prove. Questo ha permesso di individuare legami tra le organizzazioni locali e trafficanti attivi in Spagna, Albania e Calabria.

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