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I difetti del 4-3-3 di Di Francesco

Vulnerabilità difensiva
Uno dei principali difetti del 4-3-3 di Di Francesco è la fragilità difensiva. La spinta costante in avanti, unita alla necessità di utilizzare i terzini anche come ali, espone le sue squadre a vulnerabilità sulle fasce e in fase di transizione difensiva. 

Quando la squadra non riesce a recuperare il pallone subito dopo la perdita, la difesa rischia di subire situazioni di uno contro uno, e la linea difensiva può facilmente andare in difficoltà. I centrali difensivi, quindi, sono chiamati a lavorare più in solitaria rispetto ad altri moduli.

Difficoltà a gestire il gioco contro squadre molto difensive
Le squadre allenate da Di Francesco tendono a soffrire quando si trovano di fronte a squadre ben organizzate difensivamente e capaci di agire in contropiede. 

La spinta offensiva e la ricerca della profondità sugli esterni può risultare inefficace contro squadre che mettono tutti i giocatori dietro la linea della palla, costringendo Di Francesco a trovare soluzioni più creative per penetrare la difesa avversaria. Questo aspetto è stato evidenziato in diverse stagioni con la Roma, dove il gioco offensivo risultava prevedibile contro squadre che si chiudevano a difesa schierata.

Di Francesco

Dipendenza dalla qualità degli esterni
Nel 4-3-3 di Di Francesco, gli esterni offensivi sono cruciali. La qualità del gioco di squadra dipende molto dalle loro capacità di attaccare in ampiezza, di tagliare dentro e di finalizzare. Se questi giocatori non sono al top della forma, l’intero sistema può perdere fluidità. Questo rischio si è visto più volte con la Roma, dove esterni come Ünder o Kluivert non hanno sempre trovato continuità nelle prestazioni.

Eccessiva rigidità tattica
Sebbene il 4-3-3 di Di Francesco possa essere fluido, a volte si è rivelato troppo rigido in determinate situazioni di gioco. Quando le sue squadre non riuscivano a mantenere il possesso palla o ad attaccare con efficacia, non sempre l’allenatore è riuscito a trovare soluzioni alternative per cambiare il ritmo della partita. Questa mancanza di adattabilità ha portato ad alcune crisi di risultati, soprattutto nei momenti di difficoltà.

 

Il 4-3-3 di Eusebio Di Francesco è un modulo che ha portato numerosi successi, ma anche qualche limite. La sua filosofia di gioco propositiva e offensiva ha reso le sue squadre interessanti da vedere e ha permesso a molti giovani di emergere nel panorama calcistico. Tuttavia, la fragilità difensiva e la difficoltà nell’affrontare squadre che si difendono compatte rimangono ostacoli significativi. 

La sfida futura per Di Francesco a Lecce sarà proprio quella di perfezionare il suo 4-3-3, trovando il giusto equilibrio tra attacco e difesa e adattando il suo gioco alle nuove esigenze tattiche del calcio moderno.

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