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Dalla prestazione dell'Italia contro il Venezuela al caso Juan Jesus-Acerbi: sono questi i temi di attualità durante la sosta in corso. Pantaleo Corvino intanto si gode il suo Lecce che, con 28 punti in 29 partite, è capolista della corsa per la salvezza. L'uomo mercato è stato intervistato da Radio Kiss Kiss (parole riportate da TMW) e ha risposto proprio sui temi più caldi a livello nazionale.

Prima un passaggio sulla vittoria di misura contro il Venezuela, poi un parere sui nomi accostati al Napoli ed infine un commento al tema del razzismo, tornato in primo piano dopo l'ultima giornata di campionato.

Il momento della Nazionale

Il calcio vive di cicli ed è giusto che non siano sempre gli stessi a vincere, perché poi c’è uno che finisce ed uno che incomincia. Credo che gli azzurri, come qualsiasi squadra che arriva a vincere, stiano partendo da lontano per poi arrivare alla cima; quando arrivi in alto è normale che puoi riscendere, perché anche le altre vogliono risalire. È fisiologico tutto quello che sta succedendo.

Cosa ne pensa di Hancko e Popovic per il Napoli?

Quando devi ricomporre una squadra a volte lavori anche sulle potenzialità e Hancko era un ragazzo che quando lo prendemmo era giovanissimo, come se fosse un 2003-2004 oggi. È un ragazzo straordinario, intelligente e capace di fare sia il marcatore centrale che l’esterno difensivo. Può giocare a tre e a quattro. Popovic ha sicuramente potenzialità, ha prospettive, ma per dimostrarle deve giocare. Devono giocare, seppur in Primavera, per crescere. Io quando presi Vlahovic poi giocò subito in Primavera.

Il caso Acerbi-Juan Jesus

In una fase di globalizzazione completa vedere ancora certe cose che alterano lo sport non è bello. Le ho viste di ogni tipo e veramente mi meraviglio che ci siano ancora certe forme di discriminazione.

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Cosa combinava il Lecce di Baroni lo scorso anno a questo punto della stagione?