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Durante la puntata di PL Talk, andata in onda sul canale Twitch di Pianetalecce, è intervenuto anche il direttore sportivo del Leverano calcio Gabriele Calasso, per parlare delle ultime trattative in entrata e uscita del Lecce. Queste le sue parole:

 

Sul mercato del Lecce

Credo che siano stati fatti degli acquisti in ottica futura, soprattutto Camarda, che è un giovane di grande prospettiva. Anche in attacco, però, servirà prendere qualcuno in grado di contribuire da subito alla salvezza, perché Camarda ha solo 17 anni e deve ancora completare il suo percorso di crescita. Gli altri due acquisti non li conosco bene, ma penso siano stati scelti con l’idea di affrontare un campionato difficile, in cui ci sarà da lottare. Proprio per la giovane età di Camarda, sarà fondamentale intervenire ulteriormente, perché non si può caricare su di lui troppe responsabilità in questa fase della sua carriera.

 

Mercato bloccato per Krstovic?

Credo di sì, ma per quanto riguarda le finanze societarie, solo la dirigenza sa realmente quanto e come può investire. Dall’eventuale cessione di Krstovic potrebbe arrivare un tesoretto importante, che permetterebbe di intervenire sul mercato per acquistare giocatori di buon livello, utili al raggiungimento degli obiettivi stagionali. Sono convinto che sia Corvino che Trinchera abbiano diversi piani pronti, sia nell’ipotesi in cui Krstovic resti, sia nel caso in cui venga ceduto. Se dovesse restare, sarebbe sicuramente un lusso per il Lecce, e tutti ci auguriamo che possa rimanere, anche alla luce dei numeri messi a segno nelle ultime due stagioni.

Tuttavia, se dovesse partire, sarebbe necessario intervenire sul mercato, perché Camarda, pur essendo un investimento importante anche a livello mediatico, è un ragazzo molto giovane che ha bisogno di tempo per crescere. Non credo possa essere subito titolare: servirà trovare un sostituto all’altezza, possibilmente già pronto per la categoria.

krstovic

 

Prendere giocatori semi sconosciuti è una strategia che alla lunga paga?

Sicuramente i nomi, da soli, non fanno una squadra. Conta come i giocatori rendono in campo, perché puoi anche prendere un calciatore di livello che un anno fa bene e l’anno dopo fatica, come nel caso di Rebic, che credo abbia avuto difficoltà anche per il poco spazio a disposizione. A Lecce, secondo me, è fondamentale costruire uno scheletro di squadra solido, non necessariamente con nomi altisonanti, ma con giocatori funzionali e utili al raggiungimento dell’obiettivo stagionale.

Spesso la dirigenza lavora pescando da campionati stranieri, e sinceramente non so quanto si possa continuare a indovinare con continuità acquisti di questo tipo. In Italia ci sono tanti giocatori che militano nelle categorie inferiori e che potrebbero dare un contributo più concreto, anche perché già abituati al nostro calcio.

Queste sono considerazioni che, credo, in molti stanno facendo, anche perché il mercato di Corvino è sempre molto discusso. Sono strategie che comportano dei rischi: quando prendi calciatori da campionati poco conosciuti, serve tempo per capire se riescono ad ambientarsi bene, sia dal punto di vista calcistico che culturale. In ogni caso, il Lecce ha ottenuto tre salvezze consecutive, e ci auguriamo possa arrivare anche la quarta. Ma è chiaro che le scelte di Corvino e Trinchera possono dividere l’opinione pubblica.

 

La scelta di pescare calciatori da campionati sconosciuti è legata anche a fattori economici?

Credo di sì. Il fatto che ci sia una strategia ben precisa da parte di Corvino deriva anche da una questione economica: oggi ci sono maggiori costi quando si cerca di acquistare giocatori dalle categorie italiane, anche solo dalla Serie C. Paradossalmente, potrebbe essere più conveniente prendere un calciatore dalla Serie B francese piuttosto che uno dalla Lega Pro.

Non è affatto sbagliato, anzi, il discorso di salvaguardare il patrimonio societario, ed è qualcosa che Corvino e Trinchera hanno dimostrato di saper fare benissimo: i risultati parlano per loro. È chiaro però che i tifosi si aspettano l’arrivo di giocatori conosciuti, che diano l’idea di un salto di qualità, anche solo per creare un po’ di entusiasmo e aspettative diverse. Invece, spesso ci si ritrova ad attendere l’inizio del campionato per scoprire chi siano davvero i nuovi acquisti.

In molti casi questa strategia ha funzionato, basti pensare a Dorgu o Hjulmand. È però un tema molto discusso, e come dice spesso Corvino, si va a cercare nei mercati dove si può acquistare. Solo loro sanno in quali mercati il Lecce può realmente competere, perché magari in Italia ci sono limiti economici che il club non può superare. Alla fine, è giusto tutelare l’equilibrio finanziario, e da questo punto di vista non si può dire nulla.

 

Una dirigenza abituata a depistare le varie voci di mercato

Il Lecce ci ha abituati a colpi di scena sul mercato, basti pensare a operazioni come quelle che hanno portato Umtiti o Rebic. Nel calciomercato è fondamentale saper lavorare sotto traccia, anche per depistare eventuali concorrenti. E chi meglio di Pantaleo Corvino, con la sua esperienza e conoscenza del settore, può mettere in atto strategie così mirate?

Detto questo, ci si augura che il mercato sia all’altezza anche in relazione all’allenatore scelto, Eusebio Di Francesco, un tecnico che ama proporre gioco. Credo che la rosa vada migliorata sul piano qualitativo, perché – come abbiamo visto anche con allenatori come Giampaolo – chi predilige un calcio tecnico ha bisogno di calciatori all’altezza. Senza qualità, si fa fatica.

Sono fiducioso che alla fine il mercato sarà soddisfacente. Serve solo pazienza, e su questo i direttori sanno esattamente come muoversi.

 

La prossima stagione del Leverano

Siamo ripartiti con un nuovo allenatore, Patruno, che ha dimostrato il suo valore vincendo l’ultimo campionato di Promozione che ha allenato, dopo aver raggiunto la finale playoff l’anno precedente. Abbiamo scelto un tecnico di livello, che negli ultimi tre anni ha maturato esperienza in Eccellenza, con l’obiettivo dichiarato di alzare l’asticella.

Adesso vogliamo migliorare la squadra, anche se nel mondo del dilettantismo serve grande attenzione e lavoro quotidiano con i ragazzi, per evitare di dover cercare sempre rinforzi altrove. Non è semplice costruire una squadra competitiva a questi livelli, ma avere un allenatore preparato e poter contare su un gruppo di giocatori che è con noi da un paio d’anni ci dà fiducia.

Guardiamo al futuro con ottimismo, puntando a disputare un campionato di vertice.

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