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Profili da Lecce

Noi facciamo riferimento ad allenatori che hanno l'ambizione di allenare il Lecce. Quando l'anno scorso si esonerava D'Aversa, il Lecce ha cercato profili di alto livello ad esempio Gattuso e Tudor, ma non si è nemmeno parlato dell'ingaggio perché hanno archiviato l'idea. 

Non era questo il profilo di club che avrebbero voluto allenare. Sono allenatori che quando varcano la soglia, non scendono più. Una volta che Tudor allena la Juve, o Gattuso allena il Napoli e il Milan, al Pisa non torna più. Non è la piazza, ma l'obiettivo: la salvezza non è l'obiettivo per cui vuole lottare Gattuso, che vuole  le Coppe europee. 

Arriverà un allenatore giochista o risultatista?

PianetaLecce restringe la rosa a questi due allenatori che sono: giochista, Di Francesco, e risultatista, Nicola. Di Francesco maestro di retrocessioni? Il calcio non funziona così. Non prendi uno perché vince e quindi ti garantisce la vittoria, altrimenti Giampaolo non lo avremmo preso visti gli esoneri e non ci saremmo dovuti salvare. 

Ovviamente i risultati contano nell'immaginario di persone e tifosi, che spererebbero in allenatori che hanno dalla loro più vittorie, ma per fortuna i direttori sportivi non ragionano così. I ds sanno benissimo qual è il lavoro degli allenatori, tanto che il Venezia è retrocesso con Di Francesco ma vuole far valere quell'anno di contratto. Crede tantissimo nel suo allenatore e vuole il prossimo anno ripartire dalla B tentando la promozione sempre con Di Francesco, il che significa che ha svolto un ottimo lavoro. Evidentemente la società era cosciente che la squadra messa a disposizione non era completa in tutti i reparti, ed oltretutto a gennaio gli hanno venduto l'unico attaccante che aveva.

davide nicola

Chi fa al caso del Lecce?

Di Francesco è uno che predilige il gioco ed è molto vicino alle idee di calcio che vorrebbe esprimere il Lecce. Oltre al sistema di gioco, anche al modo di giocare ed affrontare le partite. Capisce di calcio e che sa valorizzare i giovani.

Dall'altra parte abbiamo un allenatore (Nicola, ndr.) che è meno giochista, molto più pratico, pragmatico. Pane al pane, vino al vino. Sicuramente è più propenso ad arrivare al risultato prima ancora che al gioco, però anche lui ha bisogno di una squadra che lo supporti. 

Di Francesco simile a Giampaolo, perché cambiare?

Non è solo una questione di gioco espresso, ma anche di gestione delle emozioni durante il campionato. Anche la capacità di superare momenti difficili, di reinventarsi. Di Francesco ha avuto questa capacità, perché il Venezia affrontato all'andata non è stato quello affrontato al ritorno. 

Il Venezia cambia marcia perché costretto a cambiare anche sistema di gioco e modo di giocare. Di Francesco si è ravveduto, cosa che Giampaolo ha fatto alla fine e che Gotti e D'Aversa non hanno fatto nella loro esperienza a Lecce.

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