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Il primo acquisto ufficiale del Lecce, in attesa che anche l'operazione Camarda si concretizzi, è il classe 2003 Christ-Owen Kouassi. Acquistato per circa un milione più eventuali bonus dallo Stade Lavallois, il giocatore sembra essere la solita “corvinata” pronta a sorprenderci.

A parlarne in esclusiva su PianetaLecce è il suo ex allenatore Sébastien Chapuis: fu proprio lui a portarlo nelle giovanili dello Stade Lavallois nella stagione 2020-21, quando aveva 17 anni. 

Parliamo di una squadra che, a livello di settore giovanile, era solita sfornare talenti di un certo calibro tra cui Nordi Mukiele, Oumar Solet e Serhou Guirassy. In questo contesto, Kouassi è riuscito a formarsi superando sfide abbastanza difficili per un giovane calciatore della sua generazione, come ad esempio il periodo del COVID. Nonostante ciò, non solo il calciatore è esploso in Ligue 2, ma è riuscito anche ad arrivare Serie A, tra le fila del Lecce.

Il contesto in cui è cresciuto Kouassi

Abbiamo ingaggiato Owen nella stagione 2020-21, quando aveva 17 anni ed era nella sua annata da U18. Il contesto del club era quello di una società con un nome importante e una storia nelle prime due divisioni sin dagli anni ‘80, rinomata per lo scouting post-U16 nella zona di Parigi (Nordi Mukiele, Oumar Solet, Serhou Guirassy). Dopo oltre tre anni in terza divisione, il club ha perso lo status professionistico nell’estate 2019, il che ha portato a un esodo di massa di staff tecnico e giocatori chiave.

L'arrivo allo Stade Lavallois

La cosa più folle riguardo al ruolo di esterno destro a tutta fascia di Kouassi è che volevo sfidare uno dei migliori giocatori della mia squadra. Dembo Sylla è un terzino destro classe 2002 che segnava gol e si distingueva per i suoi interventi difensivi.

Io invece mi sono interessato a lui a livello nazionale U19, trasformandolo da esterno offensivo veloce in un eccellente difensore centrale di destra in un esterno a tutta fascia. Oggi è un professionista del Lorient e gioca a livello internazionale con la Guinea. Anche Owen è internazionale con l’U23… e ovviamente è un professionista!

Nel marzo 2020 arrivò la pandemia. Questo creò una situazione unica anche dal punto di vista del reclutamento: dovevamo trovare 20 giocatori per tre squadre, senza poter fare provini. Usammo ogni mezzo: rete di contatti, agenti conosciuti e nuovi, scouting video e raccomandazioni. Owen fu uno di questi. Si mise in mostra con la sua squadra U18 dilettantistica (secondo livello regionale), arrivando alla fase finale regionale della Coppa di Francia Giovanile (1/128), prima dell’ingresso dei club professionistici ai 1/64. 

Il club era l’US Fontenay, a est di Parigi, da dove viene anche Rayan Aït Nouri. Ebbi lunghi scambi con l’allenatore di Owen, Brian Meleiro, che voleva sinceramente il meglio per lui. 

Lo invitammo a fine giugno 2020 con la famiglia e l’allenatore Brian (evento insolito a questo livello) per proporgli il progetto U19 nazionale, e lui accettò: si trasferì a Laval per un anno, pur avendo la maturità scolastica in vista.
La proposta era incentrata sulle imprese di Dembo e sul curriculum di sviluppo che offrivamo: io come allenatore, Sébastien Desmazeau (allenatore della B), Yohan Derenne (preparatore atletico) e Naïm Mordi, che spinsi fortemente per allenare la nuova squadra U18.

Il piano era: Dembo con la B (ancora convocabile in U19), Owen titolare in U19.
Come forse sai dal sistema italiano: le prime squadre non hanno mai abbastanza giocatori. 

Gli inizi da esterno

Così a ottobre 2020 firmarono un terzo terzino destro svincolato, per sostituire i primi due infortunati.  Mi trovai nella invidiabile, ma difficile posizione di avere due terzini destri di altissimo livello nella mia U19, con uno della prima squadra che scendeva in B giocando 60’ da professionista, guadagnando quattro volte il mio stipendio. 

Decisi di far riposare uno dei miei preferiti, Dembo (che aveva giocato il sabato con la B), nella prima giornata della U19: in trasferta contro il Nantes, la miglior squadra del nord-ovest a livello U19. Così feci debuttare Owen. Lui, che aveva giocato solo 45’ nell’unica amichevole pre-campionato (compromessa dal Covid), fece un assist clamoroso, saltando il terzino sinistro e servendo il pallone indietro. Ricordo di aver sorriso verso Dembo in panchina.
Owen giocò esterno destro a tutta fascia e stavamo per fare il colpaccio della giornata: avanti 0-1 per 70’, poi il Nantes segnò due gol nel finale grazie a forze fresche dalla panchina. 

Owen fu sensazionale, soprattutto nel primo tempo. Facendo anche l’analisi video e tattica da solo (staff ridotto), notai che aveva vinto 7 tackle su 7 nella prima metà. A volte il subconscio ti parla. Pensai: “Ce lo rubano nell’intervallo”, ma anche: “Beh, se succede vuol dire che abbiamo trovato il giocatore giusto”. Dembo Sylla, essendo ancora uno dei miei tre migliori giocatori, li schierai entrambi nel derby locale e infuocato contro Le Mans, a settembre. Owen come esterno destro a tutta fascia, Dembo come difensore centrale destro. Finì 1-1, giocando in 9 contro 11.

La stagione fu interrotta a metà, una settimana dopo aver battuto 4-0 in trasferta lo SCO Angers, che era stato campione U19 nel 2020 e partecipava alla UEFA Youth League. Il che rende ancora più grande la frustrazione per ciò che poteva essere, in termini di opportunità, per questi ragazzi. Dembo e Owen ce l’hanno fatta, ma altri avrebbero potuto farcela, se avessero avuto la possibilità di giocare una stagione completa, non interrotta dalle restrizioni legate al COVID-19 che fermarono di nuovo l’attività sportiva.

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