Jacobelli a PL Talk: "Il Lecce è un unicum in Italia. Retrocedere non sarebbe un fallimento"

Le parole del noto giornalista di Tuttosport in diretta su Twitch
La retrocessione sarebbe un fallimento o solo un passo falso?
Sarebbe sicuramente una cocente delusione per chi sostiene il Lecce e per il Lecce farebbe qualunque cosa dal punto di vista della passione sportiva. Ma bisognerebbe anche ricordare il fatto che qui stiamo parlando di una società che riguadagnando la Serie A e rimanendovi, ha dimostrato di essere capace di grandi cose.
Non dimentichiamo con chi si misura il Lecce per quanto concerne le potenzialità e la forza economica. Club che hanno alle spalle fondi d'investimento internazionali. Siamo arrivati ad un punto in cui la maggioranza delle proprietà in Serie A sia straniera, soprattutto americana.
Detto questo, credo che il Lecce sia un modello indipendentemente del risultato finale, di sagacia e virtuosa gestione. C'è anche il progetto dello stadio Via del Mare, del centro sportivo…una società che arriva in Serie A e intende rimanervi, deve avere questa visione.
Non può pensare solo al fatto del risultato sportivo, ma una grande squadra ha alle spalle una grande società, dotata di impianti di proprietà, capace di investire nel vivaio e mi pare che grazie a quel formidabile operatore di mercato che è Pantaleo Corvino il Lecce i risultati li abbia ottenuti anche in ambito giovanile, quindi io credo che se dovesse esserci un risultato negativo al termine della stagione, questo non vorrebbe dire un fallimento.

Il Lecce può seguire le orme dell'Atalanta?
Dunque, il 4 giugno del 2010, Antonio Percassi ritornò alla presidenza dell'Atalanta che già aveva retto all'inizio degli anni '90. Il 4 giugno prossimo si compiranno 15 anni dal ritorno di Percassi.
15 anni fa Percassi trovò l'Atalanta in Serie B, non era certamente la squadra che attualmente occupa il 16esimo posto del Ranking UEFA, che ha vinto l'Europa League, che aveva registrato tre terzi posti e se dovesse battere la Roma stasera registrerebbe la quinta qualificazione alla Champions League ed il quarto terzo posto. Per registrare questi risultati ci sono voluti 15 anni.
Ed è lo stesso percorso che ha intrapreso il Bologna di Saputo, che nel dicembre 2014 rimane da solo al vertice della società emiliana dopo l'addio di Tacopina e disse: “Riporterò il Bologna ai vertici del calcio italiano”. Ci ha impiegato 10 anni. L'ha riportato in Champions League dopo 60 anni. Dopo 51 anni mercoledì 15 maggio all'Olimpico il Bologna cercherà di riconquistare la Coppa Italia.
Con Giovanni Sartori ha un dirigente e operatore di mercato che contende a Pantaleo Corvino la palma del migliore, perché ha dimostrato ciò di cui sia capace sia al Chievo, poi all'Atalanta e da tre anni al Bologna. Ma il processo di costruzione di una grande squadra ed una grande società richiede tempo, ed il tempo non è acquistabile.
La rosa del Lecce è degna della Serie A e più forte degli ultimi due anni? A Lecce si sostiene che la rosa non sia adeguata
Scommetto che se il Lecce in questo momento fosse matematicamente salto si direbbe il contrario. E' chiaro che i tifosi ambiscano sempre ad avere un organico maggiormente competitivo rispetto a quelle delle stagioni precedenti, ma bisogna fare i conti col mercato.
Ho visto scorrere dei nomi, penso a Falcone, Krstovic, Gallo per citare i nomi più eclatanti soprattutto dei giocatori che maggiormente nell'arco di questa stagione hanno attirato le attenzioni della critica e dei commentatori.
Per quanto concerne il Lecce è un titolo di merito assoluto la sua capacità di reggere con questa rosa il peso di una concorrenza particolarmente agguerrita.