De Pascalis a PL Talk: "I guadagni degli abbonamenti sono poca cosa. Gaspar? Ecco come sta"

Le parole del giornalista del giornalista salentino
Durante la puntata di Pl Talk, in onda sul canale Twitch di Pianetalecce, è intervenuto il giornalista salentino Francesco De Pascalis, per analizzare la situazione dei salentini a 180 minuti dalla fine del campionato. Queste le sue parole:
E' ancora tutto aperto?
Avevo una grande paura per questa partita. Mi sono promesso che, da qui a fine campionato, penserò sempre di avere il miglior allenatore e i migliori giocatori. È ancora tutto possibile, anche un rientro del Parma: in testa, come in coda, è una bagarre che non lascia spazio a pronostici. L’esempio perfetto è il Napoli: fino a ieri tutti lo davano per vincitore certo dello scudetto, e invece abbiamo visto cosa ha fatto contro il Genoa.
Non mi meraviglierei se il Parma riuscisse a fare punti col Napoli. Per quanto riguarda la sfida di domenica, secondo me Giampaolo ha interpretato bene la partita, ma secondo me ha sbagliato a mettere in campo Banda, che a mio avviso non è in condizione di giocare. Così facendo ha dato fiato a tanti opinionisti. Quanto a Gaspar, mi dicono che ha subito una sublussazione alla spalla, ma potrebbe recuperare per domenica.
Questione abbonamenti e introiti societari
Essere tifosi di una squadra significa amarla incondizionatamente, come fanno i tifosi della Sampdoria, e sicuramente anche quelli del Lecce. Parlare solo di abbonamenti o dei guadagni della società dimostra di non comprendere la dimensione Lecce: chi ragiona così, forse, farebbe meglio a non venire allo stadio. Ho visto il bilancio del Lecce e posso dire che una società di Serie A costa almeno 40 milioni di euro. Considerando le entrate – tra diritti televisivi, cessioni, ecc. – la dirigenza ha scelto una linea di equilibrio di bilancio e di non indebitamento. Se qualcuno vuole indebitarsi per acquistare campioni, si faccia avanti per comprare il Lecce. Ma con certi atteggiamenti si rischia seriamente di sprofondare nel baratro.
Sono convinto che non sia stata una stagione esaltante e che non sia stata gestita al meglio: è la classica crisi del terzo anno, in cui cadiamo ogni volta che siamo in Serie A. Jacobelli ha detto una cosa vera: l’anno scorso è retrocesso il Sassuolo di Squinzi, che non aveva i conti in ordine come il Lecce, e quest’anno ha dominato il campionato cadetto. Non voglio dire che anche noi faremo lo stesso percorso, perché la Serie B di oggi è durissima. Basta guardare il Pisa, che con una proprietà importante ha impiegato 34 anni per tornare in A.
Tra merchandising e abbonamenti, il Lecce ha incassato circa 8 milioni lordi, che, tassati, diventano circa 6: una cifra che, rispetto ai 40 milioni di costi, è poca cosa. Anche con le convenzioni per i charter, le trasferte costano tantissimo, e quei costi si sommano a quelli del settore giovanile – un ambito che, ai tempi della gestione Tesoro, rimpiangevamo amaramente. Ci sono moltissime spese, anche solo per aprire il Via del Mare il giorno della partita.
Pensate davvero che a Lecce ci siano i Percassi o i Saputo di turno? Non è così. Ci sono persone che lavorano al massimo delle proprie possibilità. Certo, non si sottrarranno alle critiche se verranno fatte scelte sbagliate. Ma adesso pensiamo alle due partite che ci restano. Poi, avremo un mese per analizzare gli errori e programmare una nuova stagione. Perché oggi, il più grande risultato che una società di calcio può ottenere è la sopravvivenza: si spendono cifre enormi, e chi pensa che il calcio sia una fonte di guadagno... non ha capito nulla.
Corvino rimane?
Sì, ma qui non stiamo facendo gli avvocati di Corvino, stiamo semplicemente raccontando la cronaca di quello che accade e della missione e visione del Lecce. Loro hanno detto che operano così: dopo l'era Meluso, che con i vari Shakhov e soci ci indebitarono di una ventina di milioni di euro, abbiamo dovuto faticare per rimettere la barca in rotta e si è scelta un'altra strada, quella della patrimonializzazione. Grazie a Dio, i bilanci ci sono e abbiamo un futuro assicurato.
La partita con il Verona
Siamo un po' in debito con la fortuna, perché sentivo delle critiche alla fase difensiva del Lecce. Io penso che Coppola volesse rimetterla in mezzo: nel primo tempo il Verona non ha fatto nemmeno un tiro in porta, mentre nel secondo tempo siamo un po' calati. Secondo me, Falcone poteva arrivare sul cross, ma sul colpo di testa non poteva fare molto: se il portiere esce sul cross, si crea la classica situazione di confusione, dove viene premiata la difesa.
Sul colpo di testa, invece, non poteva fare nulla, perché era posizionato sul lato sinistro della porta e il pallone ha sfiorato il palo. Falcone in tempi non sospetti ha detto di non essere molto sicuro nelle uscite, e nel secondo tempo ha rischiato nuovamente sul colpo di testa sempre di Coppola. Detto questo, bisogna continuare a rimanere uniti e avere un Via del Mare gremito. Se rimane tutto come sta, nella peggiore delle occasioni oggi ci giocheremmo lo spareggio.