Cosa lega Lecce a una delle partite più pericolose d’Europa?

Un clima di grande tensione si respira dietro le quinte, con attese e silenzi che lasciano presagire sviluppi importanti
In campo parlano la stessa lingua del sacrificio, della corsa e del gioco per la squadra. Ma fuori dal rettangolo verde, Ylber Ramadani, Medon Berisha e Nikola Stulic osservano con occhi diversi una vicenda che sta scuotendo il mondo del calcio balcanico.
Tutti protagonisti in Serie A con la maglia del Lecce, i due centrocampisti albanesi e l’attaccante serbo stanno seguendo da lontano, dalla tranquillità del Salento, le evoluzioni della sfida delicatissima tra Serbia e Albania, valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026.
La notizia è fresca: la Uefa ha accolto la richiesta della Federcalcio serba (FSS) di spostare l’incontro dell’11 ottobre da Belgrado a Leskovac, città da 150 mila abitanti nel sud della Serbia. Una decisione presa per motivi di sicurezza, ricordando i gravi incidenti a sfondo etnico del 2014 tra le due nazionali, quando la partita fu interrotta dopo l’ingresso di un drone con la bandiera della “Grande Albania” sul prato del Marakana.
Compagni veri, anche fuori dal campo
Nonostante le inevitabili implicazioni personali e nazionali, Ramadani, Berisha e Stulic restano affiatati compagni di squadra e il loro rapporto nel gruppo giallorosso è ottimo. I due seguono con attenzione e discrezione la situazione legata al match, ma senza lasciarsi coinvolgere direttamente dalle polemiche. Lo spogliatoio del Lecce, in questo senso, resta uno spazio di unità e rispetto reciproco.
Una partita ad alto rischio, anche per loro
Il match è considerato ad alto rischio non solo per il pubblico sugli spalti, ma anche per i calciatori coinvolti, inclusi Ramadani, Berisha e Stulic, che rappresentano le rispettive nazionali. Proprio per questo, le due federazioni stanno lavorando con la massima attenzione, in stretto contatto con la UEFA, per garantire la piena sicurezza personale di tutti i protagonisti in campo.

A conferma della delicatezza del match, sia la Federcalcio serba che quella albanese stanno collaborando attivamente con la Uefa per garantire che l’incontro si disputi in un clima il più possibile sicuro e controllato. Obiettivo comune: proteggere l’incolumità di tutti i calciatori e degli staff tecnici, evitando qualunque possibile tensione o provocazione che possa sfociare in disordini, dentro o fuori dallo stadio.
La scelta di Leskovac, più decentrata rispetto a Belgrado, nasce proprio dalla volontà di tenere alta l’attenzione sulla sicurezza e ridurre i rischi legati a una partita da sempre considerata ad alta tensione politica e simbolica.
Testa al Cagliari, Lecce vuole il primo acuto
Intanto, a Lecce l’attenzione è tutta rivolta alla prossima sfida di campionato contro il Cagliari. La squadra di Eusebio Di Francesco è al lavoro per trovare i primi tre punti della stagione, dopo un avvio complicato. Sia il duo Ramadani-Berisha che Stulic sono pienamente coinvolti nella preparazione del match e pronti a dare il massimo per il mister e per l’ambiente giallorosso, che continua a sostenerli con passione.
In un momento delicato per la classifica, i due calciatori balcanici mettono da parte ogni distrazione internazionale: c’è un Lecce da far ripartire, e loro sono pronti a fare la loro parte.