Sticchi Damiani: "Spero in un ciclo con Di Francesco. Se devo dire un piccolo neo..."

Il numero uno dei giallorossi è stato intervistato da Raffaele Pappadà, su Radio Serie A
Quanto ci credeva alla salvezza prima della partita con la Lazio?
Ci credevo molto perché pensavo che la vittoria col Torino, con un eurogol di Ramadani, la vedevo come un segnale. Dicevo: “Una vittoria così complicata, con un tiro del genere, può mai servire per prolungare un'agonia e poi giungere alla retrocessione?”. Mi piaceva pensare che ci fosse un disegno e che per larghi tratti della partita con la Lazio si è visto.
La squadra è stata eroica, perché è rimasta in dieci dopo quaranta minuti, perché c'è stato un rigore clamoroso per fallo di mani non concesso. E' stata una partita in cui tante situazioni ci sono andate contro e normalmente mille volte su mille nel calcio, è una partita che perdi. Noi invece l'abbiamo vinta contro tutti gli accadimenti ed episodi del campo e contro i valori espressi.
Una partita per certi tratti epica, quasi d'altri tempi. E' stato bello festeggiare con i nostri 4mila presenti all'Olimpico che non hanno mai mancato in tutta la stagione di starci vicini e fare sacrifici enormi per essere sempre presenti in tutte le trasferte, oltre a riempire il Via del Mare.

Sulla terza salvezza consecutiva e sulla moglie Marina D'Arpe
Con questa terza salvezza consecutiva il Lecce ha raggiunto il risultato più alto della sua storia. Un miracolo sportivo, di visione e di programmazione. Perché siamo partiti col gruppo da me presieduto, dal 2017, che eravamo in Serie C. Pensare di aver, in pochi anni, consolidato il club in Serie A come mai accaduto nella storia del club, con tre salvezza consecutive, è qualcosa che è giusto che venga celebrato, riconosciuto e ricordato. Per il resto è una società che si fonda sulla passione, che caratterizza me e tutti i collaboratori, soci ed anche in famiglia.
Ovviamente Marina (D'Arpe, ndr) è partecipe, ma il suo è un contributo di passione. C'è un grande impegno anche da parte sua sulle attività quotidiane del club. Tutte le volte in cui c'è bisogno di una visione, diciamo, al femminile, che noi uomini non saremmo neanche in grado di intravedere, con la sua sensibilità ed il suo gusto spesso ci dà delle visioni che noi non avremmo, oltre a tutta la parte sociale del club.
Esiste una costola sociale del club, Lecce Lab, che è quotidianamente impegnata sulla parte sociale prevalentemente sul territorio. Parto sempre dal presupposto che un progetto può rischiare di essere vanificato da un palo o da una traversa: per dare un senso a qualcosa che vada oltre gli episodi accidentali del calcio, bisogna accompagnarci una parte sociale dove non ci sono rigori sbagliati ed errori arbitrali, e lì si centra sempre l'obiettivo se si lavora con passione, per la gente, ed a fianco del territorio.