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Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, non ha usato mezzi termini nell'intervista rilasciata al QS: la battaglia contro la pirateria è diventata una priorità, e i danni per il calcio italiano sono ormai insostenibili.

"Stiamo parlando di oltre 300 milioni di euro l'anno bruciati solo per la Serie A – ha dichiarato il CEO –. Un’emorragia che ci impedisce di portare in Italia i campioni che un tempo facevano sognare le nostre tifoserie. Quei soldi oggi servirebbero per alzare il livello tecnico e competitivo del campionato”.

L’obiettivo ora è duplice: proteggere il prodotto e valorizzarlo al massimo. “Stiamo lavorando per garantire uno standard qualitativo uniforme tra i broadcaster – ha aggiunto De Siervo –. Volevamo metterci nelle condizioni migliori per farlo, e ora ci siamo. Il prossimo passo? Vedremo se la strada della vendita diretta agli abbonati potrà funzionare. È un laboratorio aperto".

Il valore dell’immagine: quando lo stadio fa la differenza

Ma la qualità del calcio italiano non passa solo dalla lotta alla pirateria. Gli stadi, spesso obsoleti e inadeguati, continuano a zavorrare l’immagine del nostro campionato anche sul piano internazionale.

“Gli impianti italiani sono troppo vecchi – ha ammesso De Siervo –. La distanza dal campo, le barriere, l’inclinazione delle telecamere: tutto influisce. Il posizionamento ideale delle camere prevede un angolo di 43 gradi, ma spesso non ci si arriva. E poi c’è l’aspetto emozionale: quanto è più bello uno stadio in cui si vedono i tifosi a bordo campo, senza barriere, che partecipano allo spettacolo?”.

Diritti TV in calo: il nodo abbonati reali

De Siervo ha toccato anche un altro punto chiave: l’incidenza del numero reale di abbonati sui ricavi da diritti televisivi. “Se gli abbonati fossero più numerosi, anche i diritti TV varrebbero di più. È un circolo virtuoso che dobbiamo innescare, ma serve una base solida e legale”.

Un grido d’allarme (e d’orgoglio)

Il messaggio è chiaro: la Serie A è pronta a cambiare pelle, ma ha bisogno di risorse, idee e soprattutto legalità. “Il nostro campionato ha un valore intrinseco enorme, ma se continuiamo a perdere centinaia di milioni a causa della pirateria, resteremo indietro. È ora di fare sistema”.

La battaglia è iniziata. E la Serie A vuole tornare a giocare in attacco.

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