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Quello che andremo ad analizzare oggi è il reparto che più fa sognare ed allo stesso tempo dannare i tifosi. Del Lecce come delle altre squadre.
Parliamo dell’attacco, il reparto offensivo, la zona di campo dove si decidono davvero le partite. Proveremo ad analizzare pregi e difetti di un reparto che è cambiato molto al centro e poco, pochissimo, sugli esterni.

Le punte centrali

Via Nikola Krstovic ed Ante Rebic – il primo ceduto all’Atalanta ed il secondo per scadenza di contratto – il Lecce ha rifondato questo reparto con due nuovi arrivi: Nikola Stulic e Francesco Camarda.

Entrambi hanno caratteristiche differenti dai loro colleghi di reparto della passata stagione. Il montenegrino era maggiormente un regista offensivo, mentre Stulic è un finalizzatore, un rapace d’area di rigore, più da tap-in che da tiro da fuori. Camarda ha dimostrato di essere altruista e bravo a proteggere la sfera ma, vista la giovane età, deve lavorare ancora molto.

Sullo sfondo rimane anche Paco Esteban, giovane classe 2006 arrivato dal Betis che darà una mano alla Primavera e potrebbe essere, di tanto in tanto, anche aggregato alla prima squadra. 

banda

Sugli esterni 

Banda, Morente e Sottil a sinistra, con Pierotti e N’Dri sull’out di destra. Sono questi gli esterni presenti in rosa ed a disposizione di Di Francesco almeno fino a gennaio.

I due originari del continente africano e l’esterno in prestito dalla Fiorentina hanno caratteristiche simili. Velocità, rapidità, imprevedibilità ma anche scarsa propensione a difendere e dare una mano al terzino di turno. 

Soprattutto per Banda, poi, è necessario valutare la sua condizione fisica e sperare che possa ritornare quello ammirato qualche stagione fa, prima che gli infortuni ne limitassero il rendimento.

Gli altri due esterni, nella fattispecie Morente e Pierotti, hanno caratteristiche, pregi e difetti differenti  rispetto agli altri 3. 

Morente è molto abile in fase difensiva, spesso si comporta quasi da quinto di centrocampo, facendo tutta la fascia per tutta la partita e dimostrandosi così una grande resistenza ed un ammirevole spirito di sacrificio. Dall’altra parte, però, dato il grande lavoro e sforzo fisico compiuto, spesso è poco lucido negli ultimi metri, quelli decisivi per indovinare la giocate e segnare o mettere in porta un proprio compagno di squadra.
Lo stesso, o quasi, accade a Santiago Pierotti, che ha dalla sua una grande forza fisica ma sul più bello non riesce ad incidere, vanificando le ottime occasioni che è bravo a crearsi.

Di Francesco, dal canto suo, dovrà lavorare parecchio su questo aspetto per ottimizzare al massimo le loro qualità e nascondere i limiti.

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