"Marta vuole giocare" di Matteo Quarta premiato al Giffoni: un inno al calcio femminile

Il corto sul calcio femminile vince due premi al Giffoni Film Festival.
Il cortometraggio Marta vuole giocare, scritto e diretto dal regista leccese Matteo Quarta, ha conquistato due prestigiosi riconoscimenti al Giffoni Film Festival: il Lete Special Award e il premio per il Miglior Cortometraggio nella categoria 10+. Un doppio successo per un’opera che affronta con sensibilità e autenticità il tema degli stereotipi di genere, con uno sguardo attento al mondo dello sport e dell’infanzia.
Il corto, della durata di 17 minuti, racconta la storia di Marta, una ragazzina che sogna di diventare calciatrice, ispirata dal suo idolo Barbara Bonansea, attaccante della Nazionale italiana. Nonostante le resistenze del padre, sarà la madre a sostenerla nel perseguire la sua passione per il calcio. La sceneggiatura nasce dai racconti di circa trenta donne, dalle cui esperienze emergono le difficoltà ancora presenti nell’affermazione dell’identità femminile in ambiti ritenuti tradizionalmente maschili.
A interpretare Marta è la giovane e talentuosa Giulia Coppola, al suo debutto cinematografico. Accanto a lei, un cast di volti noti del panorama televisivo: Lucia Lorè nel ruolo della madre Rosa e Fortunato Cerlino in quello del padre Antonio. Il cortometraggio è prodotto da CMA Creative Management Association, Halibut Film e Movi Production.
Il Lete Special Award è stato conferito con la seguente motivazione:
«Per un’opera che ha saputo trasmettere, con autenticità e potenza, un messaggio di umanità, perfettamente in linea con il tema scelto quest’anno dal Giffoni Film Festival. Il lavoro di Matteo incarna lo sforzo e la tenacia di andare oltre i prototipi e gli stereotipi, superando i limiti imposti dalla società e restituendo un messaggio che non riguarda solo lo sport, ma parla al cuore dell’umano. Un messaggio che abbiamo sentito fortemente nostro».
Anche Acqua Lete, sponsor della manifestazione e delle Nazionali di calcio, ha sottolineato l’impegno del film:
«Viviamo da sempre il mondo dello sport non solo come visibilità o sponsorizzazione, ma come presenza concreta nella comunità, come occasione di inclusione e crescita. In questo senso, il cortometraggio premiato segna per noi un punto di contatto naturale con ciò in cui crediamo: l’importanza di riconoscere lo sforzo, di valorizzare il gesto autentico, di credere in una comunità capace di andare oltre il già visto».

Emozionato, Matteo Quarta ha espresso la propria gratitudine:
«Sono veramente onorato di aver ricevuto questi premi all'interno di uno dei più importanti festival internazionali legati al cinema e all'infanzia. È un grande riconoscimento ai valori che questo progetto porta avanti fin dalla fase di ricerca e sviluppo e che sono stati declinati anche durante le riprese del film. Vorrei ringraziare principalmente gli oltre mille giurati di età compresa tra i 10 e 12 anni che hanno vissuto con grande passione e grande trasporto le due proiezioni all'interno della rassegna».