Lecce, salvezza storica e fame di futuro: ecco dove crescere

Una stagione emozionante, ma con tanto potenziale ancora da esprimere
Analisi di una stagione storica
Il Lecce ha conquistato una salvezza storica all’ultima giornata contro la Lazio, scrivendo una pagina indelebile nella storia giallorossa. Ma oltre all’impresa, la stagione 2024/25 ci consegna dati preziosi per capire dove questa squadra può crescere ancora. Tra fiammate offensive e una difesa che ha alternato solidità e sofferenza, il Lecce si prepara a ripartire con la consapevolezza di poter alzare l’asticella.

Fase offensiva: tanto cuore, ma serve più concretezza
Il dato più evidente è quello dei gol segnati: 27, il dato più basso dell’intero campionato. Una cifra che, se da un lato evidenzia la difficoltà a concretizzare, dall’altro ci racconta di un Lecce che non ha mai mollato, spinto dalla generosità di Krstovic, autore di 11 reti.
Un aspetto interessante è quello degli expected goals (xG), una statistica che misura la probabilità che un tiro si trasformi in gol, considerando parametri come la posizione, l’angolo di tiro e la pressione degli avversari. Secondo questa metrica, il Lecce avrebbe potuto segnare circa 34 gol, ben 7 in più di quelli effettivamente realizzati. Questo significa che la squadra ha creato occasioni da gol, ma è mancata di precisione o freddezza nei momenti decisivi.
📊 Numeri chiave in attacco:
Gol fatti: 27 (20° posto)
Expected Goals: 34 (16° posto)
Tiri totali: 450 (10° posto)
Tiri in porta: 119
Un altro dato da non sottovalutare è la generosità nel cercare la porta: con 450 tiri complessivi, il Lecce si è posizionato a metà classifica, segno che la voglia di offendere non è mancata. In questo contesto, Krstovic si è rivelato una certezza: nei top 5 campionati europei è terzo per tiri effettuati, dietro solo a campioni come Mbappé e Yamal. Un segnale incoraggiante: con un miglioramento della precisione sotto porta, la squadra potrebbe raccogliere molto di più.
Nonostante l’impronta di Giampaolo improntata sulla costruzione dal basso, i numeri sul possesso palla e sulla qualità dei passaggi raccontano di una squadra che deve ancora crescere nella gestione del gioco:
Passaggi tentati: 15.087 (terz’ultimo posto)
Passaggi completati: 11.490 (76% di precisione)
Possesso palla medio: 43,8% (terz’ultimo posto)
Questi numeri non devono scoraggiare: rappresentano una base di lavoro sulla quale costruire una manovra più fluida e incisiva. La strada è segnata: ora serve fiducia, coraggio e qualità per trasformare il bel gioco in punti.

Fase difensiva: Falcone super, ma quanta sofferenza!
Se l’attacco ha bisogno di maggiore concretezza, la fase difensiva ha alternato momenti di grande solidità ad altri di difficoltà. I 58 gol subiti collocano il Lecce al 16° posto, in compagnia del Parma: un dato che racconta di una difesa che ha lottato ma ha anche sofferto parecchio, soprattutto contro le squadre più organizzate.
📊 Numeri chiave in difesa:
Gol subiti: 58 (16° posto)
Tiri subiti in porta: 181 (solo Monza e Venezia peggio)
Clean sheet: 9 (un ottimo dato, al pari di Lazio e Udinese, meglio del Como di Fabregas)
Falcone è stato uno dei protagonisti assoluti: le sue parate hanno spesso tenuto a galla la squadra. Le 9 partite concluse senza subire gol raccontano di una difesa capace di chiudersi bene quando serve, segno che con più continuità la retroguardia può diventare un punto di forza.
Anche il dato sui contrasti è interessante: con 627 contrasti tentati (5° posto assoluto) e 372 vinti, il Lecce si conferma squadra combattiva e mai doma. Questo spirito battagliero ha permesso di colmare spesso il gap tecnico con la grinta e la determinazione.
Un aspetto curioso riguarda i cartellini: solo 61 ammonizioni, uno dei dati più bassi della Serie A (18° posto), segno di disciplina e correttezza. Tuttavia, sorprende il numero di espulsioni (7 rossi), che rischiano di pesare nei momenti decisivi: servirà maggiore attenzione per evitare di compromettere gare importanti.
Infine, un segnale di grande solidità arriva dai duelli aerei: 676 vinti, primo posto assoluto in questa speciale classifica, merito anche della presenza dominante di Kialonda Gaspar, autentico baluardo difensivo.

Il futuro: partire da qui per crescere ancora
La stagione appena conclusa ha lasciato una lezione importante: il Lecce ha cuore, carattere e una base solida per continuare a crescere. I numeri ci raccontano di una squadra che lotta su ogni pallone, ma anche di un potenziale ancora inespresso, soprattutto in attacco e nella gestione della palla.
Con il lavoro di Giampaolo, la maturazione dei giovani talenti e l’esperienza accumulata quest’anno, il Lecce può trasformare le proprie fragilità in punti di forza. Serve maggiore concretezza sotto porta, più qualità nei passaggi e più freddezza nei momenti decisivi. La salvezza è stata storica, ma il meglio deve ancora venire.