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È andata così e l’epilogo, francamente, era già scritto. 
Analizzare la partita appare superfluo. 
Abbiamo solo dato conferma di essere disequilibrati, troppo dipendenti dall’umore dei due americani e con capitano e play non all’altezza della serie. Insomma, una squadra costruita male e questo lo si sapeva da tempo.

Oggi è il tempo dei saluti e degli arrivederci.
L’unico che saluto con dispiacere è Stewart, a mio avviso il miglior giocatore che Nardó abbia mai avuto, con una eleganza ed una signorilità d’esecuzione d’altri tempi. Ciao Campione.

Salutiamo tutti, nella speranza che tutto cambi e tutti prendano altre strade e diciamo arrivederci alla serie A.

Nel nostro piccolo, Nardó continuerà a sentirsi un avamposto del Basket dell’estremo Sud. 
E questo orgoglio continueremo a vantarlo. 
Il nostro sogno non finisce qui.

Daniela Maria Libetta

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