Il Lecce illude poi crolla "aiutato" dal VAR
Primo tempo di controllo giallorosso, poi l’episodio che cambia la gara e spegne ogni reazione
Partita dai due volti a Cremona ma sconfitta dura da digerire soprattutto per come è giunta. Lecce e Cremonese hanno diviso la "posta" esattamente in due, i primi 45' di marca salentina, nei secondi gli uomini di Nicola hanno fatto meglio. Quello che le due squadre hanno avuto in comune sono stati i tiri in porta, pochissimi; la Cremonese il primo di tutta la partita l'ha messo a segno nel secondo tempo, su rigore. Prima i vari "spauracchio Vardy" erano non pervenuti, con gli uomini di casa incapaci di superare anche la linea di centrocampo.
Quello che non torna sono i gol, anche l'uno a zero per i grigiorossi sarebbe stato un risultato bugiardo e pesante per il Lecce; il raddoppio, seppur avvenuto, è onestamente troppo. I lombardi l'hanno sbloccata grazie ad un episodio favorevole, il solito "rigorino" fischiato dal VAR, il direttore di gara infatti aveva lasciato proseguire l'azione. Prima un colpo in viso a Banda e successivamente un pestone pericolosissimo a Gallo (per un fallo simile qualche anno fa venne espulso Hjulmand contro la Roma) non sono stati sanzionati dall'arbitro e neanche dal VAR Prontera; il salentino trapiantato a Bologna è apparso assonnato, dormiente su questi gravi episodi, mentre sveglissimo sul rigore.
Al netto di quanto accaduto però resta impressa anche la mancata reazione da parte dei giallorossi una volta passati in svantaggio. Il gol della Cremonese è coinciso con la girandola dei cambi, con il calo di prestazione di Ramadani e Berisha, però non è concepibile che si debba pagare mentalmente così a caro prezzo un episodio, seppur ingiusto.
Magari si perde ugualmente, ma la reazione è nelle corde di questa squadra e quando si và sotto vorremmo vederla. Invece il Lecce una volta passato in svantaggio è scomparso dal terreno di gioco, questo non è tollerabile. Il primo tempo, nonostante la buona lettura del gioco da parte dei giallorossi, sempre in possesso palla e padroni del campo, è stato comunque avaro di emozioni sotto porta: un tiro fuori da parte di Stulic in ottima posizione, un altro scagliato da Berisha e respinto dal portiere e un'incursione palla al piede di Pierotti che ha seminato il panico nell'area avversaria ma non tirava mai, probabilmente voleva entrare in porta con tutta la palla.
La sensazione è che questa squadra con un attacco più performante sarebbe da metà classifica. Invece è ancora a leccarsi le ferite, dopo una sconfitta non meritata, a fronte di un avversario che tutto è parso tranne che irresistibile.
A gennaio si dovranno fare i conti con le scelte di luglio/agosto, senza paura, perché se dovessero continuare a non pagare dovranno essere messe realmente in discussione. E non è il tiro fuori di Stulic che deve preoccupare, non esiste al mondo un attaccante che capitalizzi il 100% delle occasioni che ha, neanche il rendimento da montagne russe di Banda e Sottil o l'impotenza di uno come Pierotti che invece dovrebbe vantare uno strapotere fisico.
No, è tutto l'insieme della fase offensiva che non riesce a convincere: i singoli non rendono, di conseguenza nessuno riesce a mascherare la mancanza di efficacia dell'altro in giornate come quella appena trascorsa. Ovviamente nulla è perduto, la strada continua ma resta in salita, così come è da sempre nel DNA giallorosso. La prossima sarà un altro scontro diretto, stavolta in casa contro il Pisa di Gilardino.
Dopodiché i nazionali africani raggiungeranno le loro rappresentative per la Coppa d'Africa, mentre il Lecce osserverà quindici giorni di riposo forzato a causa della nuova formula della Supercoppa italiana che vedrà impegnate le prime dello scorso anno in un mini-torneo che falserá colpevolmente il calendario.





