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Il Lecce vince per la prima volta davanti ai suoi tifosi al Via del Mare e lo fa contro l'ex Marco Baroni, attualmente allenatore del Torino, il tecnico della promozione dalla B alla A da numero uno in classifica e della prima salvezza nel massimo campionato targata Saverio Sticchi Damiani.

I giallorossi ed i granata venivano da due sconfitte in cui era sembrato non avessero opportunità, contro Lazio e Como ed avevano la necessità di vincere per recuperare autostima e immettere punti in classifica. E' uscito vittorioso il Lecce, che ha costruito la prestazione soprattutto nel primo tempo, nella fase centrale, con due fiammate targate Coulibaly e Banda. Una gara “sporca”, spezzettata, piena di duelli e corpo a corpo, il Torino è apparso quasi scioccato dopo la batosta incassata nella scorsa giornata di campionato e gli uomini di Di Francesco ne hanno approfittato. Niente “genialate” stavolta per il tecnico ex Venezia, ma un undici compatto che tra alti e bassi non ha mai perso gli equilibri. Si è rivisto Stulic punta centrale con Banda a sinistra e Pierotti a destra; il solito centrocampo composto da Ramadani, Coulibaly e Berisha a fare da elastico, la linea di difesa davanti a Falcone è la solita con Gaspar e Tiago Gabriel centrali, Gallo e Veiga sulle fasce. Un Lecce quadrato dicevamo, solido, che ha lasciato davvero poco agli avversari, diventati pericolosi quando Baroni, sotto di due gol, ha inserito la seconda punta cambiando di fatto sistema di gioco, passando dal 4-3-3 al 4-4-2.

La partita è vissuta per lunghi tratti sulla compattezza del Lecce contrapposta alla voglia del Torino di rientrare in partita. I granata prima hanno fatto paura con un colpo di testa da parte di Zapata, respinto da Falcne, poi ci sono riusciti mettendo a segno un contropiede grazie alla gestione sbagliata della sfera da parte di un indemoniato Banda che dopo aver ubriacato da solo mezza retroguardia ospite ha fatto un errore elementare, allungandosi la sfera e consentendo agli uomini di Baroni di ripartire con il Lecce in uscita che accompagnava la fase di transizione offensiva. Il gol che ha dimezzato lo svantaggio ha dato enfasi alla manovra del Torino ma il Lecce è riuscito a contrastare lottando su tutti i palloni con Ramadani guerriero instancabile, davvero ovunque.

Di Francesco ha dovuto sostituire uno stanchissimo Pierotti, unitamente a Banda, immettendo Sottil e Morente. Lo spagnolo stavolta è entrato davvero male in partita, dapprima si è “mangiato” un contropiede che avrebbe potuto portare Stulic da solo davanti al portiere avversario Israel, ma senza un motivo apparente ha tardato il passaggio finchè non gli è stata rubata la palla; poi con un intervento scomposto ha procurato il rigore assegnato da Mariani che, dopo la verifica al video, ha confermato. Si stava per profilare la beffa per i giallorossi, anche perchè si era ormai al novantesimo ma Falcone si è ricordato di essere un “para rigori” eccezionale, ha intuito la traiettoria impressa da Asllani alla sfera ed ha bloccato il pallone tuffandosi alla sua sinistra.

A Lecce si festeggia, non solo i tre punti ma anche l'ottima prova della squadra con Falcone appunto sugli scudi, ma anche Gallo, Berisha, Coulibaly e Ramadani hanno disputato una partita ben oltre la sufficienza.

Due parole per Nikola Stulic: per il centravanti giallorosso diventa sempre più dura a livello psicologico, ora sembra non girare niente; i palloni, quei pochi che gli arrivano giocabili, sembrano pesare tonnellate. I movimenti, anche quelli ben conosciuti da un attaccante centrale, non riescono e sembrano essere sbagliati. Insomma non funziona nulla. Per caratteristiche Stulic non è una punta alla Krstovic o alla Nzola, giusto per capirci. Non è una punta che strappa e detta il passaggio in campo aperto. Ha bisogno di essere accompagnato, di dialogare per poi buttarsi in area. In questa fase il Lecce non è in grado di concedergli sponde, scambi o una quantità elevata di palloni messi in mezzo dalle fasce. Questo è un momento in cui deve soffrire e lavorare per la squadra, così come sta facendo, deve dimenticarsi della mancanza del gol che crediamo stia avvertendo in maniera esponenziale, insomma non deve farne un dramma, anche se non è facile. I momenti meno duri arriveranno, speriamo possa sbloccarsi nel momento in cui servirà di più ai suoi compagni.

La lotta per non retrocedere diventa sempre più complicata, le vittorie però servono per respirare e poter lavorare meglio in settimana. Il Lecce è atteso da due scontri diretti consecutivamente: Cremonese fuori e Pisa in casa, gare importanti anche se non fondamentali, ma scontri diretti che valgono doppio.

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