Giuliano Sangiorgi racconta la sua esultanza al Quotidiano: ecco la lettera integrale

Il frontman dei Negramaro racconta la sua esperienza all'Olimpico
È stata una serata speciale all’Olimpico, con la presenza del presidente Saverio Sticchi Damiani, della dirigenza giallorossa e anche di Giuliano Sangiorgi, frontman dei Negramaro e grande tifoso del Lecce.
Il cantante, che non perde mai occasione per dimostrare il suo amore per i colori giallorossi, vive a Roma – città dove è nata anche sua figlia Stella, che però si definisce con orgoglio salentina – ma resta sempre vicino alla squadra, soprattutto quando gioca proprio all’Olimpico.
Giuliano Sangiorgi scrive al Quotidiano le emozioni vissute domenica
In una lettera inviata al Quotidiano di Puglia, Sangiorgi ha voluto ringraziare tutto l’ambiente leccese, dalla dirigenza alla squadra, per aver conquistato una salvezza storica proprio in quello stadio, spesso poco fortunato per il Lecce – l’ultima vittoria risaliva infatti al 2011, sempre contro la Lazio. Il cantante di Copertino, la cui esultanza assieme al presidente e alla dirigenza giallorossa è andata virale su tutti i social, ha scritto di sperare che la leggerezza e la gioia vissute, soprattutto al termine della partita, possano durare per sempre e diffondersi ovunque. La lettera integrale è stata pubblicata nell’edizione odierna cartacea del quotidiano, ed è disponibile anche sul sito internet.
La lettera integrale
Se qualcuno mi aveva detto che un giorno sarei stato allo stadio Olimpico di Roma, nella città in cui ora vivo con Stella e Michele, i miei due figli, e Ilaria, la mia compagna, ad assistere alla tanto straordinaria quanto offerta partita della salvezza in serie A del nostro Lecce, proprio con Stella in braccio e accanto al mio amico di sempre, oggi presidente della squadra, Saverio Sticchi Damiani e sua moglie Marina e insieme a tutti i tifosi arrivati dal Salento, non ci avrei mai creduto.
Proprio nello stesso luogo in cui, sei anni fa, annunciai dal palco, tra luci e suoni, l'arrivo di mia figlia durante il nostro Tour negli stadi, “Amore che torni”. E urlavo, cantando a tutti che sarebbe stata romana, come tanti di quel pubblico in festa. Mentre lei, oggi, dice orgogliosamente di essere anche, se non principalmente, salentina. E lo è a tutti gli effetti, a tutti gli affetti… E come darle torto, se poi il cuore batte così forte davanti alla nostra squadra, a pochi minuti dalla fine, a poche metri dalla salvezza?! È stato un momento storico, indimenticabile.
Qualcuno lo ha ripreso col telefono. Anzi, a dire il vero, è stato amministratore Paolo Del Brocco, delegato di Rai Cinema (ma questa sarebbe un'altra storia di sincera stima e di straordinaria amicizia da raccontare...). Di una cosa sono però certo: rimarrà scolpito nella mia mente, anche senza l'ausilio di una memoria digitale. Ne custodirò per sempre il ricordo, in fondo all'anima. Le mie mani stringono quelle di Stella, sudate e felici. Sulla sua faccia, tutta la gioia; sul suo corpo, maglia, bandana, sciarpa, cappello, tuta e colori giallo-rossi, ovunque. Sarà per Stella, sarà per questa vita incredibile che vivo, sospeso tra parole e musica, sarà per questo antico rumore di felicità che mi risuona in testa, ma credo di aver dimenticato per un attimo l'orrore di questi tempi. Penso che tutto il mondo meriti la pace e la leggerezza provata l'altra sera. E non per poco, ma per l'eternità.
“Esagerato!”, qualcuno mi dirà. Ma io continuo a crederci e ora, a quella folla di tifosi in festa, che continua a urlare nella mia testa, in una notte fantastica, ho messo in bocca una sola parola: "Pace!" al mio amico di sempre, oggi presidente della squadra, Saverio Sticchi Damiani e sua moglie Marina e insieme a tutti i tifosi arrivati dal Salento, non ci avrei mai creduto. Proprio nello stesso luogo in cui, sei anni fa, annunciai dal palco, tra luci e suoni, l'arrivo di mia figlia durante il nostro Tour negli stadi, “Amore che torni”. E urlavo, cantando a tutti che sarebbe stata romana, come tanti di quel pubblico in festa. Mentre lei, oggi, dice orgogliosamente di essere anche, se non principalmente, salentina.
E lo è a tutti gli effetti, a tutti gli affetti… E come darle torto, se poi il cuore batte così forte davanti alla nostra squadra, a pochi minuti dalla fine, a poche metri dalla salvezza?! È stato un momento storico, indimenticabile. Qualcuno lo ha ripreso col telefono. Anzi,a dire il vero, è stato Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema (ma questa sarebbe un'altra storia di sincera stima e di straordinaria amicizia da raccontare...). Di una cosa sono però certo: rimarrà scolpito nella mia mente, anche senza l'ausilio di una memoria digitale. Ne custodirò per sempre il ricordo, in fondo all'anima. Le mie mani stringono quelle di Stella, sudate e felici. Sulla sua faccia, tutta la gioia; sul suo corpo, maglia, bandana, sciarpa, cappello, tuta e colori giallo-rossi, ovunque.
Sarà per Stella, sarà per questa vita incredibile che vivo, sospeso tra parole e musica, sarà per questo antico rumore di felicità che mi risuona in testa, ma credo di aver dimenticato per un attimo l'orrore di questi tempi. Penso che tutto il mondo meriti la pace e la leggerezza provata l'altra sera. E non per poco, ma per l'eternità. “Esagerato!”, qualcuno mi dirà. Ma io continuo a crederci e ora, a quella folla di tifosi in festa, che continua a urlare nella mia testa, in una notte fantastica, ho messo in bocca una sola parola: “Pace!”