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Lecce-Napoli è stata una serata che è passata con disinvoltura dai "brividi" di commozione per le dimostrazioni di affetto sincero verso Graziano, anche da parte dei supporters napoletani, è continuata con la protesta vibrante, soprattutto da parte della Curva Nord, espressa dalle due tifoserie contro la Lega ed è finita con il calcio giocato in cui hanno fatto da vetrina le scelte piatte ed inconcludenti di Giampaolo. Conclusione: il Lecce ha perso, il Napoli ha vinto.

L'illusione dopo la partita con l'Atalanta

Dopo Bergamo ci eravamo illusi che l'allenatore del Lecce avesse capito che questa squadra necessiti di qualità sulle fasce e forza in mezzo al campo, con tre centrocampisti in linea; qualità sulle fasce perché ha bisogno di schierare elementi che possano creare la superiorità numerica saltando l'avversario, procurare fastidio alle difese costringendole al raddoppio di marcatura; perché la ricerca della qualità per vie centrali è un esercizio che nelle ultime dieci partite non ha mai "pagato" e non bisogna per forza accompagnare la squadra in B prima di capirlo. 

Questa rosa, piaccia o meno, come negli ultimi anni, è stata costruita per avere corsa, sovrapposizioni e dribbling sugli esterni, sia che si ritenga questo organico all'altezza, oppure no. Non basta schierare Karlsson sulla fascia e non appena ci si rende conto che non è in giornata riproporre immediatamente Morente se la squadra è sotto. Lo spagnolo va bene se devi "tenere" un risultato, non se lo devi recuperare. Soprattutto è appena diventato papà (auguri) motivo per cui non era presente a Bergamo e immaginiamo che le sue notti non siano prettamente di sonno. Se l'ex Bologna non rende, finché non si raggiunge (in questo caso) il risultato di parità si mette Banda. "Banda chi "si dirà ormai. 

Lecce-Napoli, l'arbitro Massa parla con Di Lorenzo e Krstovic

Si, proprio quello che ad inizio campionato e prima di farsi male era un titolare inamovibile ma ora che è guarito viene relegato ad ultima delle riserve. Proprio lui. La fine dei "titolari" come Gaspar, Kaba, Rafia ed in parte lo stesso Ante Rebic: dimenticati per lunghissimo tempo. È rientrato in organico anche Sansone, giusto per capirci, ma Giampaolo non lo fa neanche scaldare. 

Non osiamo immaginare gli stati d'animo e con che voglia di emergere entrino in campo, quando entrano. Lo stesso dicasi per 'Ndri messo dentro a 4 minuti dalla fine della partita: che cosa potrà fare mai? Non è Messi. Ma in quei minuti ha saltato il diretto avversario due volte con facilità estrema, immaginiamo cosa avrebbe potuto fare se avesse giocato trenta minuti. 

Altre tre partite, ma bisogna cambiare passo

Giampaolo deve accettare che il suo modo di intendere il calcio, rispettabilissimo, con questa rosa non paga. È snervante vedere una squadra compassata, quando dovrebbe mangiarsi gli avversari, i calciatori con il petto rivolto sempre verso Falcone, mai propositivi, mai neanche preoccupati di impostare un'azione ma sempre propensi al passaggio di alleggerimento. Per chi? Ma per Falcone! Il portiere giallorosso è ormai il porto sicuro al quale affidare la palla che scaglierà lontano, con la squadra lunga e di conseguenza sempre vittima degli avversari pronti ad imbastire un'altra azione d'attacco. Sono dieci partite che va avanti questa tiritera ed obiettivamente ha stancato. Abbondantemente! 

Vorremmo far capire al tecnico giallorosso che, ancora oggi, ha le carte in regola per centrare l'obbiettivo a patto che, senza farsi prendere da decisioni farraginose pur di imporre un'idea, assecondi la rosa e operi le sostituzioni così come è stato pensato quando si è costruito la squadra.

Mancano tre partite alla fine del campionato ed il Lecce dovrà impegnarsi per vincerne quante più possibile, solo che questo andazzo deve cambiare. Perché con le "fissazioni" non si va da nessuna parte. Anzi si va in B.

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