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"In quale squadra giocherei in Italia? Beh, senza dubbio Lecce. Tutta la mia famiglia è di un paesino di nome Taviano, vicino appunto a Lecce. I giallorossi quest’anno stanno pure andando bene e sono la squadra di mio papà, sono contento per loro". 

Il protagonista della storia che vi vogliamo raccontare oggi ha pronunciato queste parole durante un'intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio. Una confessione la sua, dato che Marco Micaletto, trequartista del Columbus Crew 2, ha il sangue giallorosso, sia perché suo padre, come detto, è di origine salentina, sia perché è cresciuto a Roma con un solo poster nella sua stanzetta, quello di Francesco Totti.

La sua storia è particolare, anche perché in Italia Marco non è mai riuscito a trovare lo spazio che cercava. Nel suo passato, in realtà, c'è parecchia Inghilterra. Ha giocato nel Southampton, nel Brentford ed a Bradfield. Poi ha scelto gli States, prima Georgia (Young Harris College), poi Ohio (University of Akron).

La sua carriera, in ogni caso, è esplosa a Statesbora, 33mila abitanti, in Georgia. Lì Micaletto ha giocato per quattro anni, con 85 presenze e 26 gol attivo, 11 dei quali durante la scorsa stagione.

Dopo queste stagioni vissute da assoluto protagonista, il trequartista ha deciso di cambiare, per provare una nuova e stimolante esperienza. Il Columbus Crew 2, squadra nata appena due anni fa, ha deciso di puntare su di lui per provare a fare il salto in Major League Soccer, un'impresa che sembra alla portata del club.

Suo padre, intanto, dopo una vita in aeronautica, a gestire i computer in Inghilterra presso la Stazione meteorologica europea, è tornato a Bologna e Marco non ha mai nascosto la sua voglia di ritornare un giorno nel Bel Paese.

Lecce resta il sogno suo e del suo vecchio ma andrebbe bene qualunque club. Intanto lui continua a stupire negli States, non si sa mai che un giorno non arrivi un’offerta dal calcio italiano. 

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