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Dopo quella col Napoli, a Firenze abbiamo visto un'altra prestazione di spessore da parte del Lecce e stavolta non è necessario distinguere la stessa dal risultato. Ci fa piacere sottolineare come la gara del Franchi sia sembrata la naturale conseguenza di quella contro i campioni d'Italia martedì, con la sola, ma determinante, differenza dei tre punti in più in classifica conquistati dai giallorossi. Un Lecce arcigno, ben disposto in campo, reparti stretti con possibilità dell'aiuto reciproco e, dando per scontate le riconoscibili differenze tra Napoli e Fiorentina in questo frangente di torneo, siamo convinti che la partita persa in casa sia stata un'ingiustizia mentre la vittoria conquistata, la diretta conseguenza di un lavoro certosino e di una “quadratura” del cerchio raggiunto dallo staff tecnico, ben visibile. Senza considerare che i margini per migliorare, soprattutto nella fase offensiva, ci sono e ci auguriamo di poterli vedere presto.

Di Francesco sceglie questa formazione: linea di difesa confermata, con Gallo a sinistra, Tiago Gabriel e Gaspar difensori centrali, Veiga a destra; a centrocampo Ramadani, Coulibaly e Berisha, mentre in attacco premiato Banda a sinistra, ritorna Stulic al centro e spostato Morente a destra. Sicuramente il ritaglio di partita che lo spagnolo ha fatto contro il Napoli, proprio alto a destra, ha “suggerito” al tecnico di riprovarlo in quella posizione, mentre Banda posizionato sulla stessa corsia di Dodò se da un lato serviva per tenere basso il laterale viola, dall'altro aveva lo scopo di aiutare Gallo nei raddoppi di marcatura. Il solito centrocampo a triangolo ma anche qui c'è stata una svolta sulla stessa falsa riga della gara contro il Napoli: il più avanzato dei tre è stato ancora Berisha, il centrocampista con funzioni da “elastico”, mentre Coulibaly che fino al Napoli ci aveva abituati a svolgere quel ruolo ha fatto legna accanto a Ramadani. La linea mediana, così come ha funzionato contro i partenopei ha fatto al Franchi, con la ciliegina sulla torta che il gol l'ha siglato proprio il ventiduenne albanese, prodotto della Primavera giallorossa, grazie ad una chiusura perfetta sul secondo palo, dopo che proprio lui aveva dato il via all'azione che poi ha di fatto deciso la partita a favore del Lecce.

La sofferenza nel secondo tempo era da mettere in preventivo e non bisogna scandalizzarsi che ci sia stata, anche se i giallorossi hanno tenuto il campo con solidità. La Fiorentina, in apnea, ha tentato il tutto per tutto e quando gli avversari sono con l’acqua alla gola ed il risultato è in bilico qualche pericolo alla fine arriva, è quasi fisiologico, infatti Falcone ha sfoderato un'altra prestazione vincente con una parata sulla linea che di fatto ha impedito ai toscani di pareggiare.

Il reparto offensivo ha badato al sodo, più ad aiutare la fase di non possesso che dedicarsi a quella di possesso; Stulic ha combattuto da solo, spesso tra Ranieri e Pongracic, ma ha svolto un lavoro di pulizia e solidità encomiabile. Abbiamo negli occhi l'azione del gol, quando pur avendo lo spazio per colpire da fuori area, probabilmente scoccando un tiro eseguito in equilibrio precario e che non sarebbe stato insidioso, intelligentemente ha riaperto il gioco su Morente e poi si è buttato in area, sul primo palo, portando via un difensore dalla marcatura di Berisha, abilissimo a scivolare alle spalle del suo marcatore per chiudere in rete. Nikola Stulic deve solo continuare a lavorare così, non deve farsi prendere dalla foga di arrivare al gol, ha dimostrato grande maturità e consapevolezza. Le marcature arriveranno.

Tre punti importantissimi che permetteranno alla squadra di lavorare bene in vista di un altro scontro diretto che attende il Lecce domenica prossima, quello contro il Verona.

Per adesso, dopo la trafila di impegni ravvicinati, il Lecce e Di Francesco hanno il tempo per lavorare bene, recuperare il fiato e concentrarsi per migliorare sempre più.

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