Gallo e Danilo Veiga: la chiave tattica di Lecce-Sassuolo?

Analisi tattica del duello sulle fasce: come i terzini giallorossi hanno annullato gli esterni di Grosso.
All’indomani del match casalingo, quella che a prima vista può essere sembrata una gara noiosa nasconde in realtà molto di più: Lecce-Sassuolo è stata una prova di forza tattica tra i due allenatori, una stasi da film western, dominata dalla strategia e dai dettagli.
Contesto tattico
Lecce e Sassuolo si sono affrontate a specchio: 4-3-3, fisicità a centrocampo, spinta sulle fasce e riferimento offensivo.
La partita di fatto è stata in totale equilibrio, determinato dalla mancanza di qualità negli ultimi 30 metri e dalla paura di sbagliare per non concedere ripartenze agli avversari.
I dati relativi agli Expected Gol (xG) non si avvicinano all’ 1 per entrambe le squadre: mai vere sensazioni di pericolo e non si registrano grandi interventi dei portieri.
Tali risultati non provengono però dalla mancanza di qualità offensiva, ma da un’estrema attenzione nella retroguardia. I terzini in particolare, da entrambe le parti, hanno svolto un lavoro essenziale: in due squadre basate sullo sfondamento delle corsie laterali con giocatori di gamba, la corsa a inseguire e la forza nei contrasti hanno fatto sì che il gioco si spostasse centralmente per poi spegnerlo del tutto.
Il Duello sulle fasce
Dopo 7 giornate di campionato è ormai chiaro: il gioco e la forza del Sassuolo passano sempre dalle corsie laterali, e questo Di Francesco lo sapeva bene vista la preparazione della fase difensiva.
Danilo Veiga, in particolare, ha completamente arginato le discese di Armand Laurienté, imponendosi sulla corsia di destra e mostrandosi anche in attacco.
La sua prova non deve sorprendere: dopo esser stato messo in discussione, ha confermato le grandi prestazioni delle ultime settimane, blindando il discorso titolarità.
I numeri parlano per lui: 11 duelli vinti, 9 chiusure difensive, 2 dribbling riusciti e nessuno subito.
Il portoghese non ha solo difeso: ha dato respiro alla manovra, accompagnando l’azione con personalità. Come indicato dalla sua Heatmap, il terzino ha toccato maggiormente il pallone nella metà campo avversaria, impegnando tatticamente il francese, costringendolo a compiti difensivi (non nelle sue corde) e privandolo della sua forza esplosiva: nessun dribbling tentato e un solo tiro verso lo specchio da 30 metri, all’ordinaria amministrazione di Falcone.
Discorso analogo sulla corsia opposta: l'attenzione difensiva di Antonino Gallo deve aver fatto certamente piacere al mister.

Il terzino giallorosso ha disarmato Domenico Berardi , vanificando tutti i suoi sforzi nel rendersi pericoloso: così come il suo compagno a destra, non è mai stato superato nell'uno contro uno, alzando il baricentro della squadra con corse in avanti e schiacciando il campione neroverde nella sua metà campo. Giocoforza: fallo di frustrazione e cartellino giallo al minuto 82.
Archiviate le critiche, Gallo sembra aver trovato la mentalità giusta per affrontare al meglio la stagione, confermandosi un elemento imprescindibile.
Analisi complessiva
Nel bilancio finale, il duello sulle fasce ha raccontato molto più del semplice contrasto tra terzini e ali, diventando il simbolo della partita: equilibrio, disciplina e gestione del rischio.
Un confronto da cui il Lecce esce con certezze rinnovate, e il Sassuolo con qualche interrogativo in più sulla sua capacità di incidere contro difese organizzate.