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Mai come in questa occasione bisogna distinguere il risultato (bugiardo) dalla buona prestazione prodotta dal Lecce e la sconfitta oltre ad essere ingenerosa è anche frutto di un regalo, forse due.

Contro i campioni d'Italia Di Francesco ha fatto ammenda ed ha rivisto le scelte sbagliate prodotte nel primo tempo di Udine; è tornato a schierare un centrocampo vero dal cui lavoro ha beneficiato tutta la squadra, così come era accaduto nelle tre partite precedenti alla trasferta in terra friulana.

Il Lecce ha mantenuto la linea di difesa composta da Gallo, Tiago Gabriel, Gaspar e Veiga; in mediana Ramadani, Berisha e Coulibaly; davanti Pierotti, Camarda e Banda. Rispetto a sabato scorso tre volti nuovi sin dall'inizio e la prova è stata apprezzabile.

I giallorossi hanno iniziato a venire fuori intorno al trentesimo minuto del primo tempo, prima la pressione dei partenopei ha di fatto impedito al Lecce di imbastire una manovra degna di nota; gradatamente ed a seguito di una splendida azione sull'asse Pierotti/Coulibaly, palla avanti e palla dietro, con verticalizzazione e cross arretrato per il tiro dell'accorrente Berisha, a rimorchio, il Lecce ha iniziato a prendere coraggio. La partita, sempre “sporca”, è diventata più equilibrata, finchè nel secondo tempo, la sostituzione di uno spento Pierotti con Morente (nell'occasione schierato a destra) non ha permesso ai giallorossi di rendersi più volte minacciosi con azioni al limite dell'area napoletana, traversoni pericolosi e scambi ficcanti. Gli uomini di “DiFra” sembrava avessero preso le misure agli avversari e le sostituzioni operate da Conte non cambiavano l'inerzia della partita, anzi, nei fatti continuava a subirla ancora di più. Da qui il rigore tirato e sbagliato da Camarda, o meglio parato da quel gran “pararigori” che risponde al nome di Milincovic-Savic, un portiere che nella sua carriera ha respinto “penalty” a più di mezzo campionato. Il giovane Camarda ci è rimasto male, ma sappia che da tempo immemore i rigori si sono sempre sbagliati, arriverà il momento in cui lo metterà dentro. Il problema è che il Lecce non si è accontentato del regalo a Conte, siamo una terra ospitale, ed allora si è pensato di fargliene un altro, non richiesto. Su una punizione con pallone in area la difesa dei giallorossi, anzi non solo la difesa ma tutta la squadra ben schierata davanti a Falcone, ha pensato bene di non contrastare il colpitore di testa più abile del Napoli, in assoluto, cioè Anguissa, il quale non si è fatto pregare ed ha battuto Falcone, fino a quel momento quasi del tutto inoperoso.

Sotto di un gol la partita ha preso una piega diversa, il Napoli è diventato ancora più conservativo, mentre i giallorossi era come se sbattessero su un muro di gomma, nonostante abbiano provato fino alla fine a raggiungere il pareggio.

Sconfitta immeritata dicevamo, ma prestazione dalla quale si deve ripartire con grande fiducia.

Al netto delle tante cose che ci sono piaciute ce n'è una che non siamo riusciti a digerire: Morente ha sostituito Pierotti a destra e (inaspettatamente) ha giocato benissimo, dialogando con Veiga che ad un certo punto sembrava Cafu; il Napoli non sapeva come arginare i due, Conte sembrava un tarantolato perchè cercava di farsi ascoltare dai suoi ma il tutto avveniva sulla fascia più lontana dalla panchina. Ed è qui che DiFra (senza volerlo) gli ha teso una mano: ha sostituito uno stanco Banda (davvero buona la sua prestazione in ambo le fasi) con Ndri ed ha ben pensato di togliere Morente dalla fascia destra, spostandolo a sinistra per fare posto al subentrante. Il risultato è stato: scomparsa dello spagnolo dal terreno di gioco e lo stesso Ndri non è entrato in campo con la stessa efficacia a cui ci aveva abituati; il Lecce ha perso l'inerzia su tutte e due le fasce permettendo al Napoli di ricompattarsi e non soffrire più. Nel nostro piccolo pensiamo che quando una cosa funziona, non si debba toccare mai.

La prossima sarà domenica a Firenze, uno scontro diretto inaspettato e la Fiorentina aspetta questa partita per centrare la prima vittoria in casa del campionato. Quella vista contro il Bologna, almeno nel secondo tempo, tutto sembra tranne che una squadra in affanno, così come dice la classifica; il Lecce deve recuperare le energie nervose e affrontare la “viola” con la stessa tenacia con cui ha fronteggiato il Napoli, senza farsi demoralizzare dalla sconfitta ma pensando alla prestazione positiva, dalla quale deve ripartire.

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