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“Torno a casa”, lo ha detto forte e chiaro il giorno del suo ritorno al Lecce. Per lui il Salento ha sempre rappresentato casa, il porto sicuro nel quale rifugiarsi nei momenti difficili fin da quando era un giovane ragazzo della Primavera. Probabilmente è perché qui è cresciuto ma anche perché in un territorio come il nostro si fa fatica a stare soli. Sarà la pietra leccese, Piazza Sant’Oronzo invasa dai turisti in ogni momento dell’anno o i tifosi giallorossi che sono ovunque e che ti fermano per qualsiasi cosa: una foto, un autografo, un semplice saluto nel quale ti incitano a fare meglio e ti dicono convintamente che la domenica successiva sarai tu a fare gol.  

“La Serie A conquistata con questa maglia ha un altro sapore”, lo ha detto sempre lui, il protagonista della storia di oggi, il 10 giallorosso, un numero sacro per chi ama il calcio nella sua espressione più pura fatta di talento ed un pizzico di pazzia. Sarà il calore del tifo, sarà il Via Del Mare o le bandiere in ogni angolo della città dopo la promozione. Nel Salento ogni successo vale doppio, lo festeggiamo il doppio e va bene così.

Francesco Di Mariano ha detto queste due frasi e durante la stagione ha lavorato duro per vivere una serata come quella dello scorso 6 maggio. La maglia giallorossa la sente come una seconda pelle e quando è tornato ed ha visto la 10 libera non ci ha pensato un attimo. È cresciuto con quel numero addosso e forse a volte quella cifra così imponente lo ha caricato di pressione, responsabilizzato fino a farlo sbagliare. Ora, però, non è come prima. A 26 anni il calcio lo si vive e vede in modo diverso. Ci si approccia agli allenamenti, ai compagni, all’allenatore in maniera completamente diversa rispetto al passato.

E dire che la Serie A l’aveva conquistata già un anno prima, con un pezzo di quell’impresa che era stato compiuto proprio al Via Del Mare ma con la maglia sbagliata, quella del Venezia.

I lagunari erano stati promossi nel massimo campionato italiano e Checco aveva esordito a Napoli, non in uno stadio qualunque, giocando anche 63 minuti. Poi gli hanno comunicato che la sua avventura con gli arancioneroverdi era volta al termine, finita subito dopo quel match. Una doccia fredda in quel momento, con il senno di poi un’opportunità di rinascita.

Corvino e Trinchera lo hanno subito contattato. Non c’è stato bisogno nemmeno di convincerlo. Il classe ’96 aveva una voglia matta di Lecce, sapeva che sarebbe stato difficile ma immaginava già il Via Del Mare urlare il suo nome.

5 gol, un primo posto fantastico e tante ottime giocate, con una promozione marchiata da quel tridente magico composto da lui, Coda e Strefezza

Adesso la Serie A con il Lecce. Conquistarla con questa maglia ha un altro sapore ma anche giocarla sarà emozionante e stimolante. Lui lo ha già fatto sapere. Questa volta da qui non si muove, è tornato a casa per restarci. 

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