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Stefano Trinchera, direttore sportivo del Lecce, si è raccontato ai microfoni di Gianluca Di Marzio.

PROGETTO - "Ogni società di calcio deve essere interpretata come un’azienda e ogni azienda deve avere degli asset ben precisi per essere solida. Poi è chiaro, a Lecce non puoi permetterti di sperimentare, devi prendere i giovani sì, ma devono essere anche forti. E, in questo senso, credo che siamo davvero sulla buona strada…”

STREFEZZA - "È un giocatore straordinario, non c’è molto altro da aggiungere. Straordinario, ripeto. Penso, inoltre, sia davvero capitato nella piazza giusta per lui. Ha trovato quella passione, quell’affetto che ha acceso in lui ha una scintilla incredibile. Si trova benissimo qui, è fantastico. Ma ne abbiamo tanti eh, ne cito un altro, bomber Massimo Coda, per me l’attaccante più forte della Serie B”.

MODELLO - “Non penso ci sia un calcio giusto e un calcio sbagliato. Penso servano determinati valori. Il primo, la passione. E qui vi posso assicurare che la passione è il motore che muove tutto. A partire dal presidente Sticchi Damiani e dai soci, che non dormono la notte per pensare al Lecce. E poi una proverbiale programmazione. Una società – sembrerà banale, ma di questi tempi soprattutto non lo è affatto – vive se riesce a generare plusvalore, sennò alla lunga non vai avanti, i costi e la competizione sono talmente elevati...".

SERIE B - “Spettacolare e difficilissima. Noi siamo contentissimi del percorso, in molti ci hanno etichettato come la squadra che gioca il miglior calcio della categoria, ci è mancata solo un po’ di fortuna. Ma davvero siamo contenti, a partire dall’allenatore Baroni a tutto il gruppo squadra, dei ragazzi splendidi in primis sotto il profilo umano. Ora ricarichiamo le pile, e per noi davvero la sosta arriva al momento giusto, per ripartire subito carichi. Siamo tutte lì, forse la Cremonese è leggermente favorita per via del calendario più agevole, ma il calcio insegna che ogni partita va poi giocata sul campo”.

SERIE A - “Per quel sogno lì, sarei disposto a fare qualsiasi cosa davvero. Anche se già ora mi considero l’uomo più fortunato del mondo. Fare quello che amo, nella squadra per la quale già a 10 anni andavo in curva, un dono davvero… dovrò sempre dire grazie a questa proprietà! Ci proveremo fino alla fine, vogliamo fare un grande regalo alla nostra fantastica gente, che ci segue ovunque e ci fa sentire davvero come se giocassimo sempre in casa…”.

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