Giuliano Sangiorgi a PL: "Amo la mia terra da sempre. Inno del Lecce? Deve essere un capolavoro"

Intervista in esclusiva al frontman dei Negramaro. Il leader della band salentina ci ha parlato della sua salentinitá, dell'amicizia con Sticchi Damiani e la sua sofferenza con i colori giallorossi
Quanto hai temuto che il Lecce potesse fallire la permanenza in A?
“È stata una partita soffertissima. Abbiamo gioito alla grande al gol del Lecce. Saverio ci imponeva la calma e infatti poi è arrivata l’espulsione, un momento terribile di grande sofferenza. San Falcone ha parato tutto salvando partita e risultato. Un momento storico che ricorderemo per sempre”.
In questa stagione, cosa avresti fatto di diverso da ciò che è stato?
“Lascio a chi sa dirigere la squadra. Non riesco a fare il commissario tecnico, non esiste”.
Hai portato, insieme ai Negramaro, in alto ed ovunque il Salento insieme alla tua musica facendoci sentire orgogliosi, senza mai nascondere la tua salentinitá ed appartenenza, ti fa onore. Avverti questa responsabilità?
“No, perchè sento che le radici sono così radicate nel profondo della mia anima che so che in tutto ciò che facciamo la profondità delle radici si vede e si sente. Non mi preoccupa la responsabilità”.
Nella band siete tutti tifosi giallorossi? Qualcuno più in particolare?
“Assolutamente sì. Saverio e la squadra ci hanno regalato le maglie con i nostri nomi nel concerto allo stadio, anche nel concerto dei vent’anni dei Negramaro”.