Giuliano Sangiorgi a PL: "Amo la mia terra da sempre. Inno del Lecce? Deve essere un capolavoro"

Intervista in esclusiva al frontman dei Negramaro. Il leader della band salentina ci ha parlato della sua salentinitá, dell'amicizia con Sticchi Damiani e la sua sofferenza con i colori giallorossi
Tifi Lecce da quanto tempo?
"Da quando sono nato amo la mia terra e questo sentimento si è trasmesso verso la nostra squadra che rappresenta gli sforzi del sud: vince, si fa largo in contesti giganteschi, resiste e sono sicuro che lo farà grazie a questo assetto fantastico che vede come presidente Saverio. Ci sono tanti sacrifici alla base e noi per quanto possiamo la sosteniamo. Ricordo quando da ragazzino tornò in Serie A dopo tanti anni: ricordo una festa grande in famiglia. L’emozione vissuta con Stella mi riporta a quando ero bambino".
Vivi a Roma ma cosa ti lega al territorio salentino ed alla squadra?
“Vivo nel mondo oltre che a Roma, ma credo che le radici non si debbano ostentare. Più le radici sono profonde meno si vedono, e più le foglie sono rigogliose. È il must della mia vita”.
Passiamo ad un argomento spinoso ma che ci sta a cuore. Spesso vediamo tuoi colleghi accostati alle squadre di calcio e presenti alle partite pensiamo a Morandi, a Tananai, Lazza, Venditti e tantissimi altri. A Roma c'eri solo tu tra gli artisti salentini di fama nazionale, a Lecce vediamo spesso anche i tuoi amici Sud Sound System. È così difficile tifare o anche esternare felicità attraverso i social per i traguardi che con tanti sacrifici raggiunge una piccola realtà di provincia come Lecce, lontana geograficamente, ma che rappresenta le tue radici in Italia?
“Io cerco di essere vicino alla squadra sempre. L’altro giorno ho scritto qualche parola di gioia in merito alla vittoria e ai grandi sacrifici. Sacrifici che sono la storia dei Negramaro, partita nel 2000. Abbiamo iniziato a suonare in una terra stupenda ma con grandi difficoltà per far sì che si esternassero tutti gli aspetti culturali. Vivevamo una grande realtà con tanti amici. La cultura universitaria leccese è sempre stata grande. Io rispondo per quello che riguarda noi: ci riconosciamo nei sacrifici della squadra che contraddistinguono il sud. Il nord è sempre stato facilitato, sicuramente il divario si è sempre sentito”.