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La salvezza del Lecce è stata un'impresa che ha fatto il giro del web in pochissimo tempo, con tantissimi tifosi da tutta Italia – del Lecce e non solo – che si sono complimentati con la squadra di mister Marco Giampaolo per il risultato ottenuto. A Radio Sportiva è intervenuto anche Nandu Popu, frontman degli storici Sud Sound System, gruppo simbolo del Salento, per raccontare le emozioni della sfida decisiva contro la Lazio e riflettere sul futuro dei giallorossi.

 

Sulla partita contro la Lazio e il campionato dei salentini

È stata la salvezza più entusiasmante. Seguo il Lecce da quando ero bambino, nel 1983, e non ricordo un’emozione simile. Anche perché la partita era sentitissima: per noi sembrava una finale di Champions. L’abbiamo vissuta con trepidazione, perché prima del calcio d’inizio avevamo un piede in Serie B e pochissime speranze. Ma abbiamo fatto la partita della vita.
 

È stato un campionato molto sofferto, soprattutto dopo la scomparsa di Graziano Fiorita, che sono convinto abbia messo lo zampino da lassù. Questa è stata la salvezza dei valori dello sport e di una città del profondo Sud, che raccoglie il tifo appassionato di tutta la provincia e coinvolge anche le tantissime persone emigrate al Nord. Ricordo che l’anno scorso seguii il Lecce a Monza, e c’erano tantissime persone arrivate perfino dalla Svizzera.

 

Che valore ha questa salvezza?

Lo sport unisce, fa gioire insieme e porta avanti valori importanti, oltre a contribuire alla crescita dell’economia. Lecce è una città turistica, e il calcio rappresenta un valore aggiunto per il territorio: allo stadio vedo sempre più turisti che, durante la loro vacanza in Salento, approfittano dell’occasione per assistere a una partita del Lecce.
 

La salvezza è una gioia soprattutto per i più giovani. Quando ero bambino, tanti miei coetanei tifavano per le cosiddette 'strisciate', attratti dai trofei e dalla fama di quelle squadre. Oggi, invece, vedo sempre più ragazzi che tifano con orgoglio solo per il Lecce e che invitano anche i loro amici a seguire la squadra della propria città. È un segno di identità e appartenenza che ho notato anche a Bergamo con l’Atalanta, dove c’è un forte legame tra tifosi e territorio. Ed è davvero una cosa bella, con tutto il rispetto per le grandi squadre storiche.

 

Riconfermeresti Giampaolo?

Secondo me Giampaolo andrebbe riconfermato. È riuscito a scrollarsi di dosso i tanti malumori che lo circondavano al suo arrivo, e Lecce gli ha dato fiducia: fiducia che lui ha saputo ripagare. Ovviamente, per una riconferma servono basi solide — bisogna sedersi attorno a un tavolo, programmare il futuro e costruire una squadra competitiva.
 

Ora che Krstovic, dopo una stagione straordinaria, sembra destinato a una piazza più importante, sarà fondamentale ripensare l’attacco. È un ragazzo che ha dato tutto per il Lecce, e gli auguriamo il meglio per la sua carriera. Ma la riconferma dell’allenatore deve essere accompagnata da un progetto tecnico serio e valido.
 

Io ho sempre creduto in Giampaolo, perché sapevo che per lui questa era una scommessa e una sfida personale: e sono proprio queste sfide che fanno crescere nello sport. Ma bisogna restare con i piedi per terra e lavorare sulla nuova squadra. In difesa, ad esempio, Gaspar ha sostituito egregiamente Pongracic: ha fatto vedere cose splendide in campo, è un grande atleta, uno con il fuoco dentro.
Credo in Giampaolo anche per il segno che ha lasciato a Coverciano: ha riportato al centro il calcio giocato, la tattica, gli schemi. E anche i giocatori sembrano felici di lavorare con lui.

giampaolo

Conte andrà alla Juve?

Secondo me si, perchè lui nonostante le sue origini è juventino nel cuore e penso che tornerà a Torino.

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