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Il rigore di Colombo. Siamo rimasti tutti lì. Per noi il campionato dello scorso anno è terminato nel momento esatto in cui la palla calciata dal nostro attaccante ha superato la linea della porta difesa da Di Gregorio. Non appena il nostro cervello ha capito che quel gol era il gol, ha staccato ogni riferimento con il resto del corpo ed è calato il sipario. Fine della nostra stagione. La partita contro il Bologna nemmeno la ricordiamo. Il gol di Ferguson, proprio allo scadere, avrebbe potuto fare parecchio male. Eppure, è passato inosservato. Ha segnato, festeggiato, ma a noi francamente non è cambiato nulla. 

Siamo sinceri. Ancora oggi, a distanza di quasi 3 mesi, ogni tanto andiamo a riguardare qualche momento di quel Monza-Lecce. I 10 minuti finali sono da sogno, da favola da raccontare ai bambini prima di dormire. E spesso ci chiediamo se siamo stati davvero noi a vivere quelle emozioni perché ci pare assurdo aver ottenuto la salvezza in quel modo. Non siamo abituati, non lo siamo mai stati e, soprattutto, siamo consapevoli che quel modo di vincere sarà quasi irripetibile. Soffriamo per il Lecce e ci piace così. 

I ricordi. I ricordi servono per rammentare chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare. Non si vive di ricordi, però, ed è necessario andare avanti, guardarsi allo specchio e tracciare una nuova linea, un nuovo obiettivo, nuove sfide da affrontare. Il calcio è spietato in questo. Oggi sei in cima e domani in fondo. Non si può staccare la spina, noi, più degli altri, non possiamo permettercelo. 

Oggi si ritorna in campo. Mentre lo scriviamo si muove qualcosa all’altezza della bocca dello stomaco. È lei, l’ansia che sale, l’adrenalina che circola, quella felicità mista ad apprensione che il Lecce regala a chi, esattamente come noi, è malato per questa squadra. 

3 mesi sono tanti ma con l’estate di mezzo sono volati in un niente. Calciomercato, voci, il tormentone punta, trattative mai esistite che fanno sognare per una notte e che il giorno dopo sembrano irreali anche per chi le scrive. Viviamo di questo perché non ne possiamo fare a meno. E oggi saremo al Via Del Mare o in qualunque altro posto nel mondo, con una sciarpa al collo e lo stesso entusiasmo di quando eravamo bambini. 

Gioca il Lecce signori, mettiamoci comodi. Si riparte!

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